Si apre oggi a Tivoli il secondo congresso nazionale dell’Unione Sindacale di Base. “Riprendiamoci tutto” questo lo slogan scelto dall’Usb per suo congresso che si terrà da venerdì 9 a domenica 11 giugno e che coinvolgerà 515 delegati provenienti da tutte le regioni d’Italia.
I lavori si apriranno alle 15 al Grand Hotel Duca d’Este con la relazione introduttiva, seguita dal saluto della Wftu, la Federazione Mondiale dei sindacati dei lavoratori. Sabato giornata no-stop da mattina a sera e domenica Usb chiuderà i lavori con l’approvazione del documento finale e l’elezione del direttivo. L’Usb in questi tre anni passati dal congresso a Monte Silvano è cresciuta moltissimo per estensione, aggregazione, diffusione nei vari comparti del lavoro pubblico e privato. Molti delegati e lavoratori prima iscritti alla Cgil – in particolare nelle fabbriche – stanno aderendo ad un sindacato che rivendica il suo carattere conflittuale e confederale.
I lavori si apriranno alle 15 al Grand Hotel Duca d’Este con la relazione introduttiva, seguita dal saluto della Wftu, la Federazione Mondiale dei sindacati dei lavoratori. Sabato giornata no-stop da mattina a sera e domenica Usb chiuderà i lavori con l’approvazione del documento finale e l’elezione del direttivo. L’Usb in questi tre anni passati dal congresso a Monte Silvano è cresciuta moltissimo per estensione, aggregazione, diffusione nei vari comparti del lavoro pubblico e privato. Molti delegati e lavoratori prima iscritti alla Cgil – in particolare nelle fabbriche – stanno aderendo ad un sindacato che rivendica il suo carattere conflittuale e confederale.
Il congresso affronterà anche la dimensione, decisamente innovativa sul piano sindacale, della confederalità sociale, ovvero allo sviluppo dell’organizzazione sindacale anche sul terreno metropolitano: da quello abitativo e contro la precarietà/dispersione del lavoro che Usb intende cominciare a sperimentare mirando alla ricomposizione di tutte le figure del lavoro e dello sfruttamento, sottolineando un approccio sindacale confederale, e dunque non “settoriale” ma politico sulla base delle lotte e delle vertenze che spesso si danno non solo nei luoghi di lavoro contrattualizzati.
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