contropiano
E’
a Torquato Torquati, farmacologo di Sassari, che si deve la prima
identificazione della Levodopa. Incuriosito dal colore nerastro che
appare sulle fave diversi giorni dopo il loro raccolto, Torquato
individuò quella sostanza che, in seguito, grazie ai fondi di denaro di
una società farmaceutica svizzera chiamata Roche, fu studiata dal dottor
Guggenheim e venne identificata come Levodopa contenuta nelle fave. Era
il 1913.
La
malattia di Parkinson è una malattia in netto aumento e colpisce più
dell’1% della popolazione oltre i sessanta anni. Tra i farmaci
utilizzati c’è anche la levodopa (L-dopa); è proprio la levodopa a
destare interesse in Fitomedicina e, ovviamente, nel trattamento del
Parkinson: malattia legata a una degenerazione del sistema nervoso, di
particolari aree cerebrali quali i gangli della base e la sostanza nera:
“strutture”, quest’ultime, essenziali in quel sistema di vie nervose
denominato sistema piramidale. Sistema che controlla e rende “fluidi” i
movimenti muscolari.
Il
principale problema della malattia è la perdita, in alcune cellule
nervose cerebrali, di un neurotrasmettitore chiamato dopamina. Quando la
sua concentrazione è estremamente bassa compaiono rigidità (per un
aumento del tono muscolare), ipocinesia (difficoltà a iniziare movimenti
volontari) e tremore. È dunque evidente l’importanza di aumentare i
livelli di dopamina che però non è possibile somministrare direttamente
poiché non riesce a penetrare nel cervello.
A
tale scopo si utilizza quindi la levodopa che, oltre ad avere la
capacità di penetrarvi, viene trasformata – nel cervello – in dopamina.
La ricerca sull’utilizzo di piante medicinali nella cura del Parkinson è
cosa nota, e promettenti sono gli studi sperimentali (quindi nessun
tentativo di automedicazione) su diverse piante tra cui la Mucuna pruriens e la Vicia faba, cioè la fava.
Nel 2013 scrissi (giugno, su Repubblica e successivamente su Contropiano)
che il rischio di contrarre il Parkinson – la “Paralisi agitante”
descritta nel 1817 da James Parkinson – è molto più elevato se ci si
espone ai pesticidi. Il problema perciò riguarda soprattutto agricoltori
e giardinieri; in Francia il Parkinson viene riconosciuto come malattia
professionale.
In
Italia, la metà della frutta commercializzata presenta residui di
pesticidi, così come le verdure, la pasta, l’olio e altri prodotti
alimentari.
Neurology, prestigiosa rivista scientifica, pubblicò
uno studio di ricercatori della fondazione dell’ospedale San Matteo e
del Centro per la malattia del Parkinson di Milano, dove si mostrava
come l’esposizione a pesticidi e solventi dia un’alta possibilità di
sviluppare il Parkinson. Chi mangia cibi ricchi di antociani
(flavonoidi: frutti rossi e altri vegetali) ha invece un rischio minore
di contrarre il Parkinson”.
Neurology,
già nel 2000, aveva pubblicato uno studio scientifico che metteva in
evidenza come l’esposizione prolungata agli Idrocarburi solventi,
contenuti nel petrolio e nei derivati, possono avere un importante ruolo
nel rischio di insorgenza della malattia di Parkinson¹. Questo studio successivamente è stato confermato da ben 140 altri studi.
Più recentemente un altro lavoro scientifico²
conferma il ruolo degli idrocarburi nella malattia di Parkinson, ma si
descrive anche del coinvolgimento, dovuto all’esposizione ambientale, di
sostanze chimiche nel provocare malattie neurodegenerative, neuropatie,
problemi cognitivi motori sensoriali, all’autismo, a disordini legati
all’iperattività, Alzheimer, Sclerosi Laterale Amiotrofica. Dobbiamo
anche pensare ai Ftalati ai pesticidi agli erbicidi. La possibilità di
incorrere nel Parkinson, e altre malattie neurodegenerative, è del 60%.
La
Mucunia pruriens, o Fagiolo di velluto, ha una distribuzione
pan-tropicale e si ritiene nativa della Cina e dell’India subtropicale; è
un legume molto proteico e digeribile e viene utilizzato come una
coltura minore da popolazioni dell’India e Africa. La Mucunia, e le
numerose specie che contengono L-DOPA, vede riconosciuta la sua
efficacia terapeutica nella malattia di Parkinson; l’ingestione di
grandi quantità delle parti della pianta, però, soprattutto dei semi
(mangiabili se bolliti), è sconsigliata a lungo termine per la sua
potenziale tossicità e per gli effetti collaterali dovuti al contenuto
di L-DOPA.
L’ingestione di 500 grammi al giorno di Mucunia con contenuto di L-DOPA minore o eguale a 0,1 viene considerata sicura³.
La Mucunia, studiata nelle varie preparazioni (secca, arrostita,
bollita) per il contenuto di L-DOPA e in numerose parti del mondo Asia,
Africa, America latina, ha dimostrato di rappresentare una valida,
sicura ed economica alternativa terapeutica4.
Ricordate sempre di parlarne con il vostro medico di famiglia e con il medico specialista in Neurologia.
Prof Roberto Suozzi
Medico e Farmacologo Clinico
suozziroberto.altervista.org
1) Neurology. 2000 Sep 12;55(5):667-73.
Hydrocarbon exposure and Parkinson’s disease.
Pezzoli G1, Canesi M, Antonini A, Righini A, Perbellini L, Barichella M, Mariani CB, Tenconi F, Tesei Zecchinelli Aleenders KL
2 ) Exposure
to lipophilic chemicals as a cause of neurological impairments,
neurodevelopmental disorders and neurodegenerative diseases
Harold I. ZeligerAuthor (2013)
(ALS).
The environmental chemicals shown to induce all these diseases include
persistent organic pollutants (POPs), the plastic exudates bisphenol A
and phthalates, low molecular weight hydrocarbons (LMWHCs) and
polynuclear aromatic hydrocarbons (PAHs). It is reported here that
though these chemicals differ widely in their chemical properties,
reactivities and known points of attack in humans, a common link does
exist between them. All are lipophilic species found in serum and they
promote the sequential absorption of otherwise non-absorbed toxic
hydrophilic species causing these diseases.
3) BMC Genomics. 2017; 18: 409. Published online 2017 May 25. doi: 10.1186/s12864-017-3780-9
Transcriptomic resources for the medicinal legume Mucuna pruriens: de novo transcriptome assembly, annotation, identification and validation of EST-SSR markers
N. Sathyanarayana,1 Ranjith Kumar Pittala,1 Pankaj Kumar Tripathi,1 Ratan Chopra,2 Heikham Russiachand Singh,3 Vikas Belamkar,4 Pardeep Kumar Bhardwaj,5 Jeff J. Doyle,6 and Ashley N. Egan 7
4) J Neurol Sci. 2016 Jun 15;365:175-80. doi: 10.1016/j.jns.2016.04.001. Epub 2016 Apr 16.
Mucuna pruriens for Parkinson’s disease: Low-cost preparation method, laboratory measures and pharmacokinetics profile.
Cassani E1, Cilia R2, Laguna J3, Barichella M2, Contin M4, Cereda E5, Isaias IU6, Sparvoli F7, Akpalu A8, Budu KO9, Scarpa MT2, Pezzoli G2.
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