contropiano
Il
degrado della nostra democrazia è ben rappresentato dal fatto che uno
scontro megagalattico stia accompagnando la discussione su una legge
all’acqua di rose sullo ius soli, mentre il senato si prepara ad approvare nel silenzio generale il famigerato trattato CETA.
Il
trattato è quello stipulato tra Unione Europea e Canada e serve a far
passare liberamente la globalizzazione più selvaggia e distruttiva,
travolgendo le poche regole rimaste a difesa dei lavoratori, dei
consumatori, dei cittadini. Il succo del trattato è il via libera ai
prodotti, ai servizi e alle attività delle grandi multinazionali,
secondo le regole loro e del paese più disponibile verso di esse. E se
qualche Stato dovesse decidere di opporsi in nome delle proprie leggi su
lavoro, salute e ambiente, le multinazionali potrebbero citarlo in
giudizio in un arbitrato, gestito a condizioni, per esse, di favore.
La
extragiudizialità dei grandi fruitori di profitti rispetto agli stati
diventa legge, lo stesso privilegio di fronte alla giustizia comune di
cui nel Medio Evo godevano prìncipi e baroni.
Il
CETA è una “Bolkestein” globale ed è perfettamente eguale all’altro
trattato, sul quale invece l’opinione pubblica europea era stata in
grado di fermare i suoi folli governi: il TTIP con gli Stati Uniti.
Forse perché la potenza degli USA intimoriva di più, alla fine anche
Hollande e Merkel bloccarono la ratifica di quel trattato. Non il
governo italiano, però, che servo tra i servi ha invece continuato a
dichiararsi favorevole ad esso.
Bloccato
il TTIP, il CETA con il più simpatico Canada è diventato lo strumento,
il cavallo di Troia, per far passare la stesse devastazione di massa dei
diritti. Tutta la stampa italiana ha incensato il gentile e fascinoso
leader canadese, Trudeau, che omaggiava le vittime del terremoto. Era
una bella opera di promozione di un trattato che toglierà le barriere
alla importazione del grano duro, che in Nord America si coltiva con
largo uso del cancerogeno glifosato.
Le
multinazionali USA, in attesa che passi il trattato con il loro paese,
potranno così utilizzare le loro sedi canadesi ed il CETA per ottenere
subito il via libera ai loro affari, per noi, più distruttivi.
La
ratifica del CETA avviene da parte di un parlamento dove quasi tutti,
poi, si pentono dei trattati che firmano ed approvano. La mostruosa
riscrittura dell’articolo 81 della Costituzione, che ha
costituzionalizzato l’austerità europea, è avvenuta quasi alla unanimità
nelle due Camere, ma ora non si trova chi l’abbia votata. Tutti oggi
dicono di voler cambiare i trattati europei, ma fanno finta di non saper
che ogni modifica di quei trattati richiederebbe l’unanimità degli
Stati, quindi il consenso della Germania.
Tutti dicono di voler cambiare i trattati dopo, ma pochi cercano di fermarli prima.
Il
CETA è un attentato ai diritti e alla democrazia, per me chi lo approva
dovrà essere considerato nemico, ma anche chi si occupa d’altro mentre
proprio qui dovrebbe rovesciare il tavolo, anche chi lo lascia passare
in silenzio dovrà essere chiamato alle sue responsabilità. Una
democrazia muore per colpa di chi la colpisce, ma anche di chi volge lo
sguardo da un’altra parte.
Nessun commento:
Posta un commento