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Quindi, la canapa è presente in Italia da almeno 13.500 anni, e ciò a discapito di quanto continuano a riportare diversi studiosi stranieri, ancora convinti che questa pianta sia stata portata dall’uomo dall’Asia in Europa in periodi posteriori. La realtà è che la canapa è presente da sempre, o per lo meno da un certo “sempre”, in Europa e nel Mediterraneo, così come in Asia.
Per i periodi successivi, siamo a conoscenza di ritrovamenti neolitici di polline di canapa in contesti perlopiù antropici, a indicazione di una sua probabile coltivazione. È il caso, ad esempio, del recente ritrovamento di polline di canapa in tre siti del Neolitico Medio (4500-4000 a.C.) dell’Emilia-Romagna, localizzati nelle aree attualmente occupate dai centri urbani di Piacenza (località Le Mose), Parma (via Guidorossi) e Forlì (via Navicella) (Marchesini et al., 2011-13), mentre in Lombardia la sua presenza è testimoniata a partire dal 5000 a.C. nei pressi di alcuni laghi: Annone (Lecco), Alserio (Como), Garda (Brescia), oltre al lago trentino di Ledro.
Per quanto riguarda l’Età del Ferro (periodo romano), un dato interessante riguarda una nave da guerra punica naufragata in Sicilia all’altezza dell’Isola Lunga, fra Marsala e Trapani, datata al II secolo a.C., e fra i cui resti sono venuti alla luce due ceste contenenti fusti di canapa. Le due ceste sono state rinvenute all’altezza della supposta cucina di bordo, e il contesto ha fatto ipotizzare che la canapa venisse impiegata come fonte psicoattiva dai marinai della nave (Frost et al., 1976). Si tratterrebbe quindi di uno dei rari indizi europei per quei periodi storici di una conoscenza e impiego della canapa per scopi inebrianti.
Un ulteriore dato significativo, di natura iconografica, riguarda un vaso di terracotta rinvenuto in una tomba etrusca a Cerveteri, datato all’VII secolo a.C. Il vaso è decorato con scene che riportano il mito greco degli Argonauti, e in una di queste sono raffigurati gli Argonauti che trasportano una lunga vela nell’atto di imbarcarla su una nave (Belelli, 2002-03). Su un lato della vela è presente la scritta kanna, che è stata interpretata dagli studiosi come una traslitterazione etrusca del termine greco kannabis, cioè canapa. La singolarità del reperto risiede nel fatto che anticipa di due secoli la più antica testimonianza scritta europea riguardante la canapa, che era sempre stata ritenuta quella riportata nel famoso passo sugli Sciti da Erodoto nel V secolo a.C. (Rix, 2002-03).
Altro dato interessante riguarda il ritrovamento di canapa a Pompei, con datazione al 79 d.C., che ho già presentato nel numero 64 di Dolce Vita.
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