martedì 20 giugno 2017

Classe Operaia. Schiavismo moderno. Braccianti sfruttate, 4 arresti nel Brindisino: "Femmine, mule e capre hanno la stessa testa"

Le lavoratrici venivano minacciate e costrette a svolgere prestazioni superiori a quelle previste. Ogni giorno pagavano somme di denaro sproporzionate per l'intermediazione dei caporali.

Braccianti sfruttate, 4 arresti nel Brindisino: "Femmine, mule e capre hanno la stessa testa"repubblica.it 

BRINDISI - Lavoratrici, tutte donne, sfruttate nei campi di ciliegie e nelle vigne a Turi, in provincia di Bari: è quanto è emerso da un'inchiesta della Procura di Brindisi, condotta dai carabinieri, che ha portato all'arresto su ordinanza di custodia cautelare di quattro persone italiane accusate a vario titolo di intermediazione illecita, il cosiddetto caporalato. Gli arrestati sono Michelangelo Veccari, la compagna Valentina Filomeno, Grazia Ricci e Maria Rosa Putzu.
Secondo quanto accertato le donne, almeno 15 (tutte italiane tranne due straniere) e in stato di bisogno, venivano prelevate da Villa Castelli (Brindisi) e da altri comuni del Brindisino e del Tarantino per essere condotte nel Barese. Avrebbero lavorato per più di otto ore al giorno, a fronte delle sei ore e mezzo previste dal contratto, e sarebbero stati scalati dalla paga anche 8 euro per il trasporto. Invece della paga prevista di 55 euro giornaliere, percepivano 38 euro.


"La legge contro il caporalato sta dando risultati concreti a difesa dei diritti dei lavoratori", commenta il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina. "Gli arresti dimostrano che questo provvedimento era necessario soprattutto in un settore delicato come quello agricolo. Non possiamo mai abbassare la guardia, lo dobbiamo anche alle tantissime imprese agricole che ogni giorno operano nella legalità". "Serve un impegno costante che coinvolga tutti - conclude Martina - Dobbiamo proseguire in questa direzione migliorando la collaborazione fra le istituzioni per aumentare i controlli, vigilare affinché vengano tutelati i diritti dei lavoratori stagionali e verificare il rispetto dei contratti".

L'inchiesta è partita dalla denuncia di una di loro che ha raccontato agli investigatori, i quali hanno poi proceduto coordinati dal pm Raffaele Casto, di essere stata picchiata per aver chiesto la regolarizzazione del contratto. Il giro sarebbe stato gestito dalla coppia Veccari-Filomeno. Le altre due arrestate sono una donna di Palagiano che si sarebbe occupata di procacciare la manodopera e una residente a Turi, dipendente dell'azienda ritenuta "committente". Indagini sono in corso per verificare se vi siano responsabilità da parte di personale dell'azienda committente: la normativa applicata è quella introdotta nel 2011, trattandosi di fatti avvenuti nel 2015.

Determinanti si sono rivelate, nell'inchiesta, le intercettazioni ambientali. In un caso una donna sarebbe stata invitata a interrompere i rapporti con l'agenzia interinale a cui si era rivolta per trattare unicamente con i presunti caporali. "Con l'agenzia lavori un mese e con noi lavori sei mesi, otto mesi - le dice un caporale - Quindi dipende da cosa vuoi fare. Se vuoi lavorare un mese, altrimenti ti conviene venire con noi". "Ok - risponde la bracciante - quindi vado all'agenzia e tolgo il contratto".

Con minacce e intimidazioni, secondo quanto emerso, gli "intermediatori" avrebbero approfittato dello stato di bisogno delle braccianti. "Alle femmine pizza e mazzate ci vogliono, altrimenti non imparano", si ascolta in un'altra conversazione intercettata. "Femmine, mule e capre tutte con la stessa testa", dice un altro caporale. Il gip Maurizio Saso ha ritenuto pienamente attendibili le dichiarazioni rese dalle vittime.

Nessun commento:

Posta un commento