Capelli corti, lineamenti graziosi, 41 anni, è ai vertici di 'Alternativa per la Germania' dal 2013 ma è dal luglio dell'anno scorso che si è imposta alla guida del partito anti-euro e anti-immigrati tedesco vincendo una lotta di potere con il cofondatore e leader della prima ora Bernd Lucke, il quale se ne è andato lamentando un'Afd diventata troppo xenofoba.
Petry viene ascritta all'ala nazional-conservatrice del partito 'Alternative für Deutschland' che resta attraversato da forti tensioni le quali però non sembrano disaffezionare gli elettori: quest'anno, in tre elezioni regionali, l'Afd di Petry è andata sempre sopra il 10% con una clamorosa punta del 24,3% in Sassonia-Anhalt nel marzo scorso. A livello nazionale un sondaggio 'Emnid' pubblicato nelle ultime ore attribuisce al partito populista un 12% che la rende terza forza politica del paese.
Nata a Dresda, nell'allora Ddr, Petry ha studiato chimica ma questa è l'unica analogia con Angela Merkel, dato che la questione migratoria le contrappone. Mentre la cancelliera un anno fa aprì le frontiere per risolvere la crisi dei migranti bloccati in Ungheria e vede nei flussi di giovani migranti ancora "chance" e benefici per l'invecchiata società tedesca, Petry ha auspicato che i profughi cui viene negato il diritto di asilo vengano portati su due non meglio precisate "isole fuori dall'Europa protette dall'Onu" sulla falsariga di quanto fa l'Australia in Micronesia. Per fermare i clandestini, a suo dire, la polizia di frontiera dovrebbe usare le armi quale "ultima ratio". E fra le sue dichiarazioni che hanno avuto più risalto negli ultimi mesi c'è la comprensione espressa per quei tedeschi che vogliono armarsi per autodifesa: in modo indiretto per sottolineare che la politica in favore dei migranti porta criminalità e terrorismo. Non a caso oggi ha definito "catastrofica" la politica della Merkel sull'immigrazione.
Separata da un pastore evangelico con cui ha avuto quattro figli e ora legata ad un dirigente regionale del partito, Petry suona l'organo per diletto e ama dirigere cori. Ha un passato di imprenditrice con una piccola azienda del settore chimico, che però è fallita. Oltre a conclamate posizioni anti-Ue che sono state il cavallo di battaglia della precedente fase politica della Afd, su famiglia e aborto ha opinioni che due sociologi hanno definito "anti-femministe". Sotto la sua direzione vi è stato un tale spostamento a destra che, secondo un'indiscrezione di un autorevole quotidiano (la Faz), i servizi segreti interni a luglio stavano valutando se porre sotto osservazione il partito che apertamente dà il "benvenuto" a chiunque lo voti, anche provenendo da una formazione neonazista come la Npd.
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