domenica 4 settembre 2016

Bancari pronti alla mobilitazione e allo sciopero dopo l'annuncio di Renzi sul maxi taglio di posti di lavoro



controlacrisiAutore: fabrizio salvatori
"Sciopero generale". Così hanno risposto i tre segretari generali del settore bancario di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, all'affermazione del presidente del Consiglio Renzi circa la necessita' di ridurre, in 10 anni, di 150.000 i lavoratori bancari. In una nota congiunta i segretari generali di Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil, Sinfub, Ugl/Credito, Uilca, Unisin sottolineano che il premier prima di fare queste
dichiarazioni, "che rischiano di destabilizzare l'intero settore, aveva l'obbligo di consultare le parti sociali (Abi e sindacati), fare valutazioni di opportunita'. 



I segretari sindacali ricordano al premier che un suo predecessore (Romano Prodi) alla fine degli anni '90 di fronte alle prime avvisaglie della crisi delle banche convoco' un tavolo a Palazzo Chigi con le parti sociali e che da li' scaturirono soluzioni che ancora oggi hanno una validita' fondamentale per il settore e servono da ammortizzatori sociali senza costi per la collettivita'. "Gli consigliamo - aggiungono - di stare alla larga da certi finanzieri d'assalto, con residenza all'estero, che probabilmente lo mal consigliano".
Inoltre, dopo aver invitato anche l'Abi a dire la sua, ricordasno che il sindacato del credito ha dato prova di grandi capacita' per la risoluzione dei problemi del settore. "Cio' e' dimostrato da una contrattazione tra le parti - si legge - che ha portato negli ultimi 10 anni ad esodi volontari tramite il fondo di sostegno al reddito di circa 50.000 lavoratori e l'appoggio dato alle fusioni annunciate. A differenza delle affermazioni del Premier attraverso il nostro fondo per l'occupazione, finanziato dai lavoratori, abbiamo creato, in questi ultimi 4 anni, oltre 12.000 posti di lavoro in piu'. Ma oggi il piatto e' colmo. Non si puo' piu' accettare che un presidente del Consiglio si ostini sistematicamente a stimolare tagli di personale per accreditarsi quei poteri forti che lo hanno sostenuto".

Secondo i sindacati, polemicamente, l'analisi di Renzi si basa invece sul fatto che sua moglie usa lo smartphoneinvece di recarsi allo sportello bancario. "Con il piu' bieco populismo - scrivono - dichiara che bisogna ridurre gli occupati (ma un presidente del Consiglio non deve pensare a come incrementare l'occupazione visto anche gli esiti negativi del jobs act?), ridurre il numero delle filiali, aggregare le banche e che la politica deve stare fuori da questi processi". 

Se il presidente del Consiglio non convochera' immediatamente le parti sociali, i sindacati sono pronti a mettere in campo "una contrapposizione e una mobilitazione totale da parte del sindacato del credito per la difesa dei posti di lavoro e della dignita' professionale delle lavoratrici e dei lavoratori".

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