In cinquanta all'assalto dei carabinieri nel difficile quartiere Paolo VI, scattato quando gli arrestati stavano per essere trasferiti in carcere. La tribù di amici e parenti ha risposto alla chiamata degli uomini in manette.
di MARIO DILIBERTO repubblica.itDopo l'arresto in flagranza di reato erano stati condotti nella piccola caserma per le formalità di rito. Poco dopo le 19, i militari si apprestavano ad accompagnarli in carcere. Ma quando quegli uomini hanno fatto capolino sull'uscio di quel fortino è scoppiato il putiferio. I cinque in manette hanno cominciato ad inveire e ad urlare, chiamando la rivolta. E la tribù ha risposto come un solo uomo. Come un'orda di pellerossa sul sentiero di guerra i cinquanta parenti dei fermati si sono scagliati contro il cancello. Si è temuto il peggio. I militari sono subito rientrati nella casermetta, tenendo a stento gli uomini in manette che gridavano: "Forza andate a chiamare gli altri".
I carabinieri, solo in sei agli ordini del maresciallo Aniello Cacace, hanno lanciato l'allarme via radio e si sono barricati nella caserma. Uno degli scalmanati ha tentato di fare irruzione dal garage, ma è stato bloccato da uno dei carabinieri che lo ha respinto. Nel giro di pochi
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