La
dipendenza è qualcosa che accompagna la vita di ogni essere vivente
sulla terra: per sopravvivere su questo pianeta siamo dipendenti dal
cibo, dall’aria, dal sesso.
Accade però che, a causa di fattori diversi collegati o no tra loro, certe dipendenze diventino patologiche.
I “proibizionisti”, perseguitando i
consumatori della sostanza che si vuol tener vietata, ne indicano il
consumo sempre e comunque come una dipendenza patologica. E’ stato così
con l’alcol ed è così per la cannabis.
Per definizione, con dipendenza
patologica si intende un’alterazione del comportamento che da semplice, o
comune abitudine, diventa una ricerca esagerata e patologica del
piacere attraverso mezzi, o sostanze o comportamenti, che sfociano nella
condizione patologica.
L’individuo affetto da dipendenza patologica è colui che tende a perdere la capacità di controllo sull’abitudine.
Bere un bicchiere di vino a tavola, per
tutta la vita, o mangiare la pizza tutti i sabato sera, o fare l’amore
tutti i giorni, sono atteggiamenti che non possono essere considerate
dipendenze patologiche.
Se, un uomo adulto che è abituato a
pasteggiare col vino, il giorno in cui non ha la possibilità di berlo,
ne sente un pizzico di desiderio senza però ricorrere chissà a cosa per
procurarselo, non è da considerare dipendente.
Se, due amanti, abituati a far l’amore
ogni volta che possono, distanti uno dall’altro si dicono di mancarsi e
di desiderarsi, senza però commettere alcuna malsana follia per aversi,
non possono essere considerati dipendenti affettivi o da sesso.
Se, anche chi è a dieta, non vuol
rinunciare al piacere di mangiar la pizza una volta a settimana, non può
essere considerato dipendente da essa.
Perché, chi consuma cannabis, con
regolarità costante (una volta a settimana, in compagnia con gli amici, o
anche tutti i giorni), è sicuramente un dipendente patologico?
La cannabis non provoca dipendenza fisica, al contrario dell’alcol.
Scusate se mi rendo pesante ma, perché
bere un bicchiere di vino a tavola, tutti i giorni, non è una dipendenza
e fumare una canna prima o dopo cena, sì?
Io fumo cannabis da 22 anni e, per
diversi motivi, in diversi periodi della mia vita (anche di grande
stress), ho volontariamente smesso di consumare cannabis, per poi
ricominciare quando ne avevo voglia. NB: Voglia, non bisogno!
A prova di ciò, quando non fumo cannabis, mi capita spesso di rollare per gli amici, senza sentire il minimo desiderio.
Anche quando coltivavo la mia “erba”,
nonostante ne avessi sempre a disposizione, c’erano giorni o addirittura
settimane in cui staccavo; senza alcun delirio.
Sicuramente esistono delle persone che,
rapportandosi male con la cannabis, non riservandole il giusto
“rispetto”, finiscono col non riuscire a fare di un’abitudine, ma a mio
avviso, se questo non incide negativamente sul loro lavoro o nella loro
vita affettiva, anzi li fa stare bene; perché vedere questo loro
atteggiamento come un comportamento sbagliato?
Ai consumatori di tabacco, nonostante
sia riconosciuta la dipendenza psicologica e fisica da questa sostanza
altamente nociva, nonostante siano soggetti a contrarre maggiori
patologie e quindi costano di più in termini di spese sanitarie, viene
garantita la libertà di fumare: a loro sono riservate addirittura “aree
per fumatori” all’interno di ambienti chiusi (aeroporti, stazioni,
ecc.).
Analizzate adesso questa frase: FUMARE TROPPA CANNABIS FA MALE.
Secondo voi, cos’è realmente che fa male? Non la cannabis ma, semplicemente, il “TROPPO”.
Cerco di chiarire il concetto: Bere
troppo vino fa male. Mangiare troppi formaggi fa male. Bere troppa birra
fa male. Mangiare troppi dolci fa male …potrei continuare all’infinito,
sino a giungere a “bere troppa acqua fa male” o “mangiare troppo fa
male”.
E’ veramente tanto difficile da capire questa cosa?
Chi fuma troppa cannabis, al pari di chi
fa “troppo” di qualsiasi cosa, e non riesce a trovare un equilibrio,
dovrebbe sicuramente essere aiutato ma non obbligato. Nessun consumatore
compulsivo di cannabis è mai morto per l’abuso di questa sostanza,
mentre giornalmente muoiono uomini e donne per obesità. Chi è obeso non
viene costretto da nessuno a “mollare la forchetta”. Potrei accettare il
fatto che, chi fuma troppa cannabis potrebbe avere una limitata
efficienza fisica, ma vale lo stesso per le persone in forte sovrappeso.
Decine di esecuzioni penali ed
amministrative vengono effettuate giornalmente a discapito dei
consumatori di cannabis. Miliardi di euro vengono sperperati per
mantenere un proibizionismo fallito: tra i giovani sotto i 25 anni più
del 50% dichiara di aver sperimentato la cannabis.
Quasi il 20% si dichiara “consumatore
abituale”. Vi immaginate se, tutti coloro che hanno provato almeno una
volta la cannabis, fossero stati raggiunti da un provvedimento
amministrativo o penale? Cosa sarebbe accaduto al nostro sistema
giudiziario? Già siamo nei guai adesso, con circa 10 mila persone in
carcere per reati legati alla cannabis!
Ieri sono stato convocato negli uffici
del Prefetto, a seguito della violazione dell’art. 75 avvenuta il 20
agosto scorso (vedi: http://www.legalizziamolacanapa.org/?newsletter=una-storia-infinita)
Mi è stato spiegato che verrò chiamato
dal Prefetto in persona che, come prima volta, mi ammonirà senza
procedere in alcun provvedimento amministrativo, ma se dovessi essere
nuovamente “beccato”, salvo che non cambi l’attuale legge, mi verrà
ritirata la patente, il passaporto, potrebbero darmi l’obbligo di dimora
e di firma… tutto questo perché non sono dipendente da cannabis ma vivo
il piacere di fumarmi uno spinello quando ne ho voglia.
Giuseppe Nicosia – ASCIA
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