martedì 26 novembre 2013

Il cavaliere incita a scendere in piazza. Berlusconi: "Io non ho paura"

Domani il voto sulla decadenza da senatore. L'ex premier chiama a raccolta i suoi e incita a scendere in piazza "preoccupati del futuro del Paese e della libertà". Il Pd attacca: "Da Berlusconi escalation di violenza".
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"Io non ho paura, ma dobbiamo tutti darci da fare per essere un Paese in cui nessuno possa temere per la propria libertà. Quanto è successo a me riguarda tutti perchè può succedere a chiunque visto che ormai siamo in una democrazia dimezzata''. E' un Silvio Berlusconi pronto a dare battaglia quello che alla vigilia del voto sulla sua decadenza da senatore (prevista domani dalle 19 a palazzo Madama) ha riunito deputati e senatori di Forza Italia per galvanizzare gli animi. ''Dobbiamo essere tutti missionari di libertà e verità'' assicura il cavaliere

L'appello alla piazza
"Domani scendono in piazza tutti i cittadini che sono fortemente preoccupati per quanto sta accadendo e che hanno a cuore il futuro del nostro Paese e scendono in piazza non per difendere Silvio Berlusconi ma perchè hanno a cuore la democrazia del Paese". Il cavaliere prosegue la sua offensiva mediatica, alla vigilia del voto al Senato sulla decadenza, e sottolinea che la manifestazione sarà "assolutamente pacifica e legittima". Una implicita risposta alla dura nota de Colle di domenica, accompagnata peraltro dalla promessa che "sarà solo l'inizio".

Pd: "Berlusconi anti-Stato"
Parole che scatenano la reazione Pd. "Stiamo assistendo a un'escalation con toni sempre più violenti da parte di Berlusconi", è l'allarme di Danilo Leva, responsabile Giustizia del Partito Democratico, per dire che "invocare la piazza contro una sentenza emessa da un tribunale rappresenta un punto di rottura con la storia della Repubblica e con il nostro sistema democratico". Di più, osserva il dirigente Pd, "è una strategia che mira a produrre tensione logorando il Paese e che rende Berlusconi sempre più anti-Stato". Il Pd era già tornato a respingere gli appelli "alla coscienza" che arrivano dall'ex premier.

Il tentativo di rinvio di Casini
Così a Pier Ferdinando Casini non resta, di fronte alla levata di scudi registrata in proposito, che sottolineare che la sua proposta "è semplicemente condivisibile o meno, e o rivendico l'individuazione di una strada lineare che evita  ogni tensione e determina da parte del Senato la presa d'atto di una interdizione già decisa dalla magistratura". Dunque, "con grande rispetto verso tutti i colleghi, la mia proposta non è nè irricevibile nè strampalata, come sostiene l'ottimo Dario Stefano" e se nessuno vuole accettare un time out prima del voto "ciascuno si assumerà le proprie responsabilità, come sempre.

Domani il voto sulla decadenzaCom'è avvenuto - sottolinea polemicamente - per la scelta di non adire la Corte Costituzionale, cosa sostenuta da eminenti giuristi come Violante, Capotosti e Onida, o di applicare il voto palese, ancora oggi ritenuta dal socialista Nencini una lesione grave". Resta acquisito che domani l'Aula del Senato, con una seduta unica, con sospensione dalle 14 alle 15, discuterà e voterà la proposta della Giunta delle elezioni sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Il voto sugli odg inizierà alle 19. Per le 21, fa sapere, l'ex premier sarà in studio da Bruno Vespa.

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