Torino. I quattro operai edili, tre albanesi e un italiano, che da lunedi' protestano contro il mancato pagamento dei compensi per lavori eseguiti nel cantiere di un palazzo nella zona nord della citta' hannno passato la quarta notte in cima a una gru. E da ieri pomeriggio hanno anche iniziato lo sciopero della fame e si dicono "decisi ad andare fino in fondo", se le loro richieste non verranno esaudite. Tra compensi e contributi previdenziali, chiedono che la ditta che ha costruito l'edificio versi loro 120 mila euro. "Ad agosto - sostengono gli operai della ditta edile - i titolari hanno firmato un documento in cui ammettevano che le opere sono state eseguite a regola d'arte e si impegnavano a versare quanto dovuto, invece non lo hanno fatto. Ci sentiamo presi in giro e per questo siamo decisi ad andare fino in fondo".
Intanto la notte a Torino la temperatura scende costantemente sotto lo zero. "Non ci interessa - dicono i quattro, che sono a oltre 50 metri di altezza riparati soltanto da coperte -. Stare qui e' il solo strumento che abbiamo, visto che non possiamo permetterci di intraprendere una causa, mentre i titolari dell'impresa sono ricchi e possono ingaggiare i migliori avvocati".
A prendere le loro parti,, Rifondazione Comunista, per voce del segretario provinciale Ezio Locatelli, chiede al prefetto Paola Basilone di imporre all'impresa il pagamento dei compensi.
Intanto la notte a Torino la temperatura scende costantemente sotto lo zero. "Non ci interessa - dicono i quattro, che sono a oltre 50 metri di altezza riparati soltanto da coperte -. Stare qui e' il solo strumento che abbiamo, visto che non possiamo permetterci di intraprendere una causa, mentre i titolari dell'impresa sono ricchi e possono ingaggiare i migliori avvocati".
A prendere le loro parti,, Rifondazione Comunista, per voce del segretario provinciale Ezio Locatelli, chiede al prefetto Paola Basilone di imporre all'impresa il pagamento dei compensi.
Roma. I lavoratori dei cantieri della linea metropolitana C di Roma, in sciopero già da cinque giorni, dopo aver occupato la sala del Carroccio in Campidoglio, ieri hanno occupato gli uffici del Consorzio, e un gruppo è arrivato anche sotto la sede del gruppo Vianini per chiedere il rispetto degli impegni e lo sblocco immediato degli stipendi. I segretari generali della Feneal Uil di Roma Anna Pallotta, della Filca Cisl di Roma Andrea Cuccello e della Fillea Cgil di Roma e del Lazio Mario Guerci, dopo lo sblocco da parte del Comune di Roma, “ritengono più che mai palese la responsabilità esclusiva del Consorzio Metro C riguardo al mancato pagamento delle retribuzioni".
Emilia Romagna. Oggi per i lavoratori Newlat ci sarà uno sciopero unitario, proclamato da Fai, Flai e Uila, per dopo la sottoscrizione del verbale di mancato accordo sulla procedura di mobilita' dell'11 ottobre. "Mastrolia, presidente del Gruppo Newlat, ha gettato definitivamente la maschera. Adesso l'obiettivo e' ridimensionare tutto il settore lattiero caseario, licenziando 177 persone negli stabilimenti di Lodi e Reggio Emilia", afferma Pietro Ruffolo, segretario nazionale Flai Cgil. "Se non ci sara' l'intervento del ministero del Lavoro queste 177 persone saranno licenziate nel giorno di Natale. Da parte del Gruppo assistiamo dal 2008 ad un ricorso costante ad ammortizzatori sociali ma mai un piano industriale degno di questo nome. Il gruppo Newlat -conclude Ruffolo- ha fallito proprio sul terreno dell'assenza di un progetto industriale ed e' giunta l'ora che marchi storici, di grande valore, vengano messi in sicurezza dall'intervento di imprenditori che abbiano a cuore le prospettive dell'industria alimentare italiana".
Sardegna. I lavoratori di Sardegna Uno, una emittente televisiva, ieri hanno "offerto" un telegiornale davanti al mercato di San Benedetto a Cagliari. Fino allo scorso luglio la televisione era di proprieta' del presidente di Banca di credito sardo-Gruppo Intesa, l'imprenditore turistico Giorgio Mazzella. Il giornalista-scrittore Gianni Zanata ha iniziato a leggere le notizie in scaletta proprio come tutti i giorni nello studio di registrazione dell'emittente in crisi. Dietro di lui il logo della televisione, riprodotto su un cartellone sorretto dai colleghi. L'edizione straordinaria del "telegiornale" e' stata dedicata interamente alla storia della crisi di Sardegna Uno,
con tanto di "ospiti in studio", inviati e approfondimenti di carattere ironico e sarcastico. Non sono mancate le manifestazioni di solidarieta': "Sardegna Uno, numeri uno", "Viva Sardegna uno" e "Bravi, fatevi valere" hanno urlato alcuni commercianti.
Lo scorso luglio Mazzella - dopo due anni di contratto di solidarieta' dei dipendenti - ha venduto l'emittente a una cordata di tre imprenditori: Sandro Crisponi, gia' dipendente e ora amministratore delegato di Sardegna Uno Tv, Luigi Ferretti e Mario Tasca, gia' direttore della tg. Una compagnie societaria che, per sua stessa ammissione - riferiscono i rappresentanti sindacali - non e' in grado di offrire alcuna garanzia finanziaria.
con tanto di "ospiti in studio", inviati e approfondimenti di carattere ironico e sarcastico. Non sono mancate le manifestazioni di solidarieta': "Sardegna Uno, numeri uno", "Viva Sardegna uno" e "Bravi, fatevi valere" hanno urlato alcuni commercianti.
Lo scorso luglio Mazzella - dopo due anni di contratto di solidarieta' dei dipendenti - ha venduto l'emittente a una cordata di tre imprenditori: Sandro Crisponi, gia' dipendente e ora amministratore delegato di Sardegna Uno Tv, Luigi Ferretti e Mario Tasca, gia' direttore della tg. Una compagnie societaria che, per sua stessa ammissione - riferiscono i rappresentanti sindacali - non e' in grado di offrire alcuna garanzia finanziaria.
Electrolux. Duemila nuovi tagli a livello globale di cui 1.500 in Europa e 461 (261 operai e 200 impiegati) nel nostro paese, che si sommano ai 1200 gia' affrontati con contratti di solidarieta', ammortizzatori sociali e mobilita' volontaria: questo e' il piano annunciato da Electrolux,
multinazionale svedese che in Italia ha 4 stabilimenti (Forli', Porcia, Susegana, Solaro). Per protestare contro questa strategia, Fiom Cgil ha indetto un corteo, per oggi a Milano, partito da San Babila alle 9,30. Gli stabilimenti italiani saranno messi a confronto con le fabbriche polacche per stabilire dove e' piu' conveniente produrre, dove maggiori sono le possibilita' di profitto per l'impresa. In Polonia, Electrolux ha deciso di
trasferire un'intera linea, quella delle lavastoviglie di piccolo formato che attualmente escono dalla fabbrica di Solaro: - 225.000 "pezzi" all'anno = -75 lavoratori (a fronte di 282 esuberi gia' dichiarati lo scorso anno) su un totale di 912 dipendenti. Per contrastare il gioco della competizione al ribasso, stabilimento contro stabilimento, lavoratori contro lavoratori, e difendere produzioni e occupazione in ogni sito e' stata decisa una mobilitazione a livello europeo.
multinazionale svedese che in Italia ha 4 stabilimenti (Forli', Porcia, Susegana, Solaro). Per protestare contro questa strategia, Fiom Cgil ha indetto un corteo, per oggi a Milano, partito da San Babila alle 9,30. Gli stabilimenti italiani saranno messi a confronto con le fabbriche polacche per stabilire dove e' piu' conveniente produrre, dove maggiori sono le possibilita' di profitto per l'impresa. In Polonia, Electrolux ha deciso di
trasferire un'intera linea, quella delle lavastoviglie di piccolo formato che attualmente escono dalla fabbrica di Solaro: - 225.000 "pezzi" all'anno = -75 lavoratori (a fronte di 282 esuberi gia' dichiarati lo scorso anno) su un totale di 912 dipendenti. Per contrastare il gioco della competizione al ribasso, stabilimento contro stabilimento, lavoratori contro lavoratori, e difendere produzioni e occupazione in ogni sito e' stata decisa una mobilitazione a livello europeo.
Sicilia. Nell'isola sta per esplodere il dramma dei ventimila precari, che si sono visti sbattere la porta in faccia dal Governo centrale,che ha detto no alla deroga nelle norme sui precari della pubblica amministrazione. Intanto, secondo gli ultimissimi dati, la disoccupazione nel 2013 ha toccato punte da recessione in Sicilia, a Palermo si e' attestata al 20 per cento, a Trapani attorno al 19 per cento. Percentuali raddoppiate se si considera il dato di quella giovanile, che sfiora il 40 per cento a Palermo e il 41 a Trapani. Le famiglie totalmente povere, senza un reddito, a Palermo sono oltre seimila, per non contare chi ormai vive di pochi euro di pensione e di cassa integrazione. Sono 11.530 i cassintegrati in piu' nell'ultimo anno in tutta la Regione, a Palermo l'erogazione degli ammortizzatori sociali ha raggiunto il 50 per cento dei dati regionali (oltre 5mila circa), le pratiche di mobilita' ad oggi sono state 1.222, il fabbisogno stimato e' di oltre 43 milioni di euro e la disponibilita' solo di 21 milioni di euro circa.
Addio alla Cig in deroga. Stretta in arrivo sulla concessione degli ammortizzatori in deroga dal 2014 mentre si conferma l'esaurimento dello strumento a fine 2016. Dal prossimo anno, secondo quanto si legge nella bozza del decreto Lavoro-Economia al momento all'esame della Ragioneria - la cassa integrazione in deroga potra' essere concessa solo ai lavoratori (operai impiegati e quadri) con almeno 12 mesi di anzianita' lavorativa per un periodo non superiore a 8 mesi nell'arco di un anno. Dal 1 gennaio 2015 e fino al 31 dicembre 2016 il sussidio potra' essere concesso fino a 6 mesi nell'arco di un anno e a 12 mesi nell'arco di un biennio mobile. Per le imprese che hanno gia' la cassa ordinaria e straordinaria la deroga potra' essere concessa per il 2014 con un tetto di 8 mesi ma per il 2015 e il 2016 per 5 mesi nell'arco di un anno e per 11 mesi nel biennio mobile. L'iter del decreto e' in corso, ha indicato il Ministero del Lavoro, annunciando che "a breve" verranno convocate le parti sociali per un confronto, che "solo al termine di tale iter, il decreto verra' perfezionato, anche sulla base delle osservazioni "di sindacati, associazioni d'imprese, e Commissioni parlamentari. Il decreto sui nuovi criteri sottolinea la necessita' che la concessione e la proroga dei trattamenti in deroga sia ''nei limiti delle risorse finanziarie a tal fine destinate''. In particolare si ricorda che gli ammortizzatori possono essere concessi sia per difficolta' temporanee del mercato che per crisi aziendali, ristrutturazione e riorganizzazione ma ''in nessun caso'' a fronte di ''cessazione dell'attivita' produttiva dell'impresa o di parte della stessa''. Per l'anno prossimo e' previsto uno stanziamento per gli ammortizzatori in deroga di 1,6 miliardi mentre per quest'anno mancano ancora all'appello 330 milioni annunciati dal ministero del Lavoro ma per i quali non e' stata ancora trovata la copertura.
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