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GINEVRA - Un accordo è stato raggiunto a Ginevra tra le potenze del 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) e l'Iran. Lo ha annunciato a notte fonda, dopo quattro giorni di colloqui, il portavoce del capo della diplomazia Ue Catherine Ashton. La rappresentante della Ue ha confermato che si tratta di un'intesa limitata nel tempo e che permetterebbe la prosecuzione dei colloqui per una soluzione definitiva del conflitto che si era creato tra il regime di Teheran e le potenze occidentali.
L'Alto rappresentante dell'Ue ha poi formalmente annunciato il raggiungimento dell'intesa sul nucleare iraniano, in presenza del ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif e dei ministri delle potenze del 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Regno unito, più Germania).
Un accordo salutato con soddisfazione ovunque, tranne che in Israele che ha voluto invece ribadire il suo scetticismo e la sua ostilità verso la Repubblica Islamica. "Il mondo è più pericoloso - ha detto il premier israeliano Netanyahu - perchè il regime più pericoloso ha compiuto un passo significativo in avanti verso l'arma più pericolosa". Secondo il premier, in cambio dell'allentamento delle sanzioni, l'Iran si è impegnato a "rinunce di carattere cosmetico, che possono essere annullate in alcune settimane".
Israele non si sente vincolato da questo accordo le cui ripercussioni, ha affermato Netanyahu, "rappresentano una minaccia" per il suo Paese. "Voglio chiarire: noi ci difenderemo, non consentiremo all'Iran di sviluppare una capacità nucleare militare".
Anche Obama, dalla Casa Bianca, ha confermato l'intesa, definendola una prima tappa importante che rende il mondo più sicuro. "Ma c'è ancora molto da lavorare". In base ai termini dell'accordo di Ginevra, l'Iran si è impegnato a interrompere l'arricchimento dell'uranio sopra il 5%, a non aggiungere altre centrifughe e a neutralizzare le sue riserve di uranio arricchito a quasi il 20%, mentre le maggiori potenze non imporranno per i prossimi sei mesi sanzioni a Teheran.
In un tweet lanciato dopo l'annuncio dell'intesa di Ginevra sul nucleare, il presidente iraniano Hassan Rohani ha affermato che "il voto del popolo iraniano per la moderazione e l'impegno costruttivo e gli instancabili sforzi da parte dei team negoziali apriranno nuovi orizzonti".
La Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha elogiato l'operato della squadra negoziale iraniana a Ginevra e ha detto che l'intesa nucleare è "la base per altre mosse intelligenti da parte loro": lo riferiscono agenzie iraniane.
L'intesa sul nucleare iraniano riconosce il diritto dell'Iran all'arricchimento dell'uranio, secondo quanto hanno riferito fonti iraniane a Ginevra, senza precisarne gli scopi. In queste prime ore trascorse dalla storica firma continuano però le schermaglie propagandistiche per stabilire chi ha fatto maggiori concessioni. Così da Washington è arrivata subito una secca smentita: l'intesa non prevede il diritto iraniano a produrre uranio arricchito se non esclusivamente per scopi civili e stabilisce anche la chiusura di un nuovo impianto per la produzione del plutonio e la possibilità di ispezioni a sorpresa degli ispettori Aiea nelle centrali di produzione. Inoltre, l'Iran ha accettato di non produrre uranio arricchito al 20 %, percentuale indispensabile per costruire ordigni nucleari e di distruggere, trasformandolo in ossido di uranio, quello già prodotto.
Affermazioni che hanno suscitato subito una contro precisazione di Teheran. Il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif ha sottolineato infatti che nessun impianto iraniano verrà chiuso in base all'accordo raggiunto a Ginevra e non vi sarà invio all'estero di materiale atomico. Zarif ha poi precisato che il diritto all'arricchimento è stato riconosciuto nelle sezioni sugli "obiettivi" e nel "passaggio finale" dell'accordo in tre parti, firmato stanotte.
L'accordo conta quattro pagine di cui una sull'ammorbidimento delle sanzioni economiche contro Teheran, hanno aggiunto dal canto loro le fonti iraniane. E gli Usa si sono impegnati a sospendere per sei mesi le sanzioni e a fornire aiuti all'Iran per circa 6-7 miliardi di dollari. Il presidente Usa ha anche chiesto esplicitamente al Congresso americano di non inasprire ulteriormente le sanzioni contro Teheran, per non compromettere il proseguimento del negoziato che, entro e non oltre sei mesi, dovrà portare ad un'intesa definitiva tra il regime iraniano e i paesi occidentali.
Nella città svizzera i sei ministri degli Esteri hanno condotto una battaglia su ogni singola parola della bozza d'accordo. Si è trattato quindi di un difficile negoziato durato quattro giorni di una riunione multilaterale che originariamente avrebbe dovuto durarne due.
L'offerta del 5+1 trapelata nei giorni scorsi (sblocco di alcuni fondi iraniani congelati in banche estere, e il nullaosta al commercio di metalli preziosi, prodotti petrolchimici e parti di ricambio per aerei) viene incontro solo in parte alla richiesta iraniana di revocare le sanzioni che ostacolano le transazioni finanziare e la vendita del petrolio.
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