lunedì 4 novembre 2013

Il nemico dei governi europei? Le opposizioni interne


Il nemico dei governi europei? Le opposizioni interneOgni governo spia. E' una regola vecchia quanto il mondo.
contropiano.org
La differenza tra Stati Uniti e Unione Europea, o almeno una sua parte, è che il "grande fratello" yankee non si fida di nessuno, nemmeno dei leader "alleati" di lunga data, mentre gli europei non si fidano soprattutto delle proprie stesse popolazioni. E così hanno messo in piedi un sistema di spionaggio di massa, che setaccia le telefonate quanto le mail o altri mezzi di comunicazione, indirizzato di preferenza - manco a dirlo - verso le aree di opposizione sociale e politica. Mezzi tecnologici di ultima generazione, ovviamente, ma anche "bipedi" vecchio stile, infiltrati qua e là, secondo l'imperscrutabile disegno dei servizi segreti interni. Mettersi a castellare, per esempio, sui "perché" i servizi avrebbero avuto bisogno di infiltrare Rifondazione - come denunciato dal segretario Paolo Ferrero - è un esercizio inutile, prima ancora che stupido, per un motivo assai semplice: obiettivi e strategie altrui vengono definiti in base a interessi che noi non conosciamo se non dopo che si sono realizzati o sono stati in qualche modo "scoperti". La "nostra" immaginazione non basta mai a coprire le informazioni che mancano.

Non ci stupisce troppo, dunque, che anche diversi paesi europei si siano accordati per stendere una rete di controllo sulle comunicazioni continentali - tenendo ovviamente al riparo i principali leader dei rispettivi paesi - né che i capifila si chiamino Germania, Francia, Spagna. Qualche sopresa viene solo, in negativo, dalla Svezia. Ma non è più tempo di mitologie sulle "socialdemocrazie scandinave".
La nuova rivelazione arrivva ancora dal Guardian, giornale progressista britannico che sta effettivamente squarciando molti veli (vedi qui per l'articolo originale: http://www.theguardian.com/uk-news/2013/nov/01/gchq-europe-spy-agencies-mass-surveillance-snowden).
Secondo il quotidiano britannico - che utilizza nuovi documenti forniti ancora una volta dalla ‘talpa’ del Datagate, Edward Snwoden - lo sviluppo di questa rete europea di spionaggio risalirebbe a 5 anni fa. In parallelo con l'istituzionalizzazione della "polizia comunitaria" chiamata Eurogendfor. Della serie: non abbiamo istituzioni politiche comunitarie permeabili - secondo le regole democratiche - agli interessi e alle domande della popolazione continentale, ma abbiamo un sistema unitario di controllo delle vite e delle formazioni politiche. Sarebbe interessante sapere in base a quale schema istituzionale o "costituzionale", visto che una "Costituzione europea" non c'è....
Dai file emerge che il GCHQ, l’equivalente britannico della Nsa statunitense, agiva da "consulente" nell’aiutare i partner europei ad aggirare le leggi nazionali che limitano i poteri dell’agenzie di intelligence. Interessante, vero? Mettetevi comodi e ragionateci sopra. Esistono diversi paesi europei, i cui servizi segreti agiscono "limitati" da leggi nazionali altrettanto diverse. Bene, gli inglesi si sono messi a fare la "consulenza" perché questi servizi riuscissero a "liberarsi" di questi lacci e lacciuoli, mettendosi a spiare i propri cittadini in barba a qualsiasi legge. Molto democratico, vero?
Non sappiamo perché, ma non riusciamo a stupirci neppure del fatto che i servizi segreti italiani non abbiano partecipato in prima fila a questo"consorzio" spionistico extralegale. Avrebbero voluto, spiega il Guardian (che forse non sa quanto i servizi italiani siano abituati a occuparsi soprattutto delle opposizioni interne...), ma non ci sono riusciti perché troppo presi a farsi concorrenza tra loro. Succede anche questo, in un paese che si è dotato di sette o otto polizie diverse...

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