Campagnano di Roma. Inaugurazioni, congratulazioni e priorità (sportive) variabili.

Tutti contenti, finalmente Campagnano ha il miglior campo di calcio in erba sintetica della provincia a nord di Roma e forse dell’intera Regione Lazio.

 redazione diffusa campagnanoR@P

Il rifacimento del vecchio impianto è stato realizzato secondo i tempi previsti: priorità assoluta in virtù dell’inizio degli allenamenti e dei campionati delle varie categorie giovanili. E’ costato un po’, ma tutti soldi del Comune e non dovremo più star svegli la notte assillati dall’incubo di avere un campo in pozzolana, polveroso con il sole e paludoso con la pioggia. Certo forse i 150 bambini e ragazzi della scuola calcio si potranno trovare in difficolta nelle partite fuori casa, dove i campi sono generalmente nella vecchia pozzolana. Pazienza prima o poi si adegueranno tutti, per adesso siamo all’avanguardia. Applausi dunque e ringraziamenti, tutti meritati. Quando si uniscono efficacia e efficienza guidate da indicazioni precise anche le più ardue imprese possono riuscire: solo dieci mesi dalla richiesta di finanziamento all’inaugurazione. Un domanda sola: che fine ha fatto il palazzetto dello sport con bando assegnato nel 2011 e definito, sempre dalla stessa Amministrazione, una priorità?

Da oggi abbiamo la certezza che sia stato declassato a secondario, in effetti in questo caso i soldi li aveva stanziati anche la Regione, sempre soldi pubblici, ma a noi piace di più impegnare i cittadini a pagare rate semestrali per 29 anni di 15.000 euro (30.000 l’anno), piuttosto che utilizzare i fondi stanziati in gran parte dalla Regione Lazio. Un campo in pozzolana non è il massimo ma sempre meglio di niente, mentre nessuno spazio chiuso per tutte le altre discipline sportive, dalla danza alla palla a volo, dalla ginnastica al basket, per di più con dei fondi già stanziati da altro Ente Pubblico, per la nostra Amministrazione dev’essere sembrato troppo facile, banale e soprattutto avrebbe coinvolto molte più persone e società sportive, molto più democratico tutelare la minoranza calcistica: che c'è di male?