Dal rapporto completo si possono estrarre alcuni dati utili a comprendere la situazione attuale, come l'aumento del 42% negli attacchi mirati che si è registrato nel 2012.
A quanto pare i criminali informatici hanno imparato a utilizzare le aziende più piccole e meno protette come "cavalli di Troia" per poi avere accesso alle aziende più grandi: non a caso, infatti, il 31% di tutti gli attacchi mirati aveva come bersaglio realtà imprenditoriali con meno di 250 dipendenti.
Non sono però soltanto le aziende a doversi preoccupare, ma anche gli utenti comuni: lo scorso anno il numero di siti di phishing che si spacciano per social network è aumentato del 125%, gli attacchi basati sul web sono cresciuti del 30% e, nel complesso, nel 2012 sono state scoperte 5.291 nuove vulnerabilità software, 415 delle quali nei sistemi operativi per dispositivi mobili.
Il mondo degli smartphone e dei tablet si è dimostrato particolarmente interessante per quei criminali informatici che vanno a caccia di dati personali (il malware dedicato è aumentato del 58%): il 32% di tutte le minacce rivolte verso questi dispositivi, infatti, mirava proprio alla sottrazione di informazioni.
In questo particolare "mercato" stanno avendo sempre più successo le email di spam che propongono appuntamenti e incontri a base di sesso: se nel 2012 questo tipo di argomenti costituivano il 3% dello spam, l'anno scorso è arrivato a rappresentarne ben il 55%.
Nel complesso, l'Italia si trova ai primi posti nella poco rassicurante classifica delle nazioni con la maggiore attività malevola in Rete (quest'anno è settima, l'anno scorso era nona); Roma si conferma la prima città europea per numero di computer zombie ed è la quarta a livello mondiale.
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