sabato 20 aprile 2013

Napolitano accetta il bis


Napolitano accetta il bis
E' la scelta più disperatamente conservatrice che ci potesse essere. E appare anche del tutto inutile a sciogliere i nodi istituzionali e politici. Il ritorno dell'ottantotenne è la fotografia di una classe dirigente incapace di cambiare.

''Mi muove in questo momento il sentimento di non potermi sottrarre a un'assunzione di responsabilità verso la nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità''. La retorica è sempre la stessa, ma anche la sostanza: impedire che un quadro disastrato finisca di collassare sotto una spinta - deviata quanto si vuole - al "cambiamento".
In pratica Napolitano attende di sapere se i partiti, oltre a votarlo sicuramente, sono poi anche disposti a fare un "governissimo" come da lui proposto fin dall'inizio. Se n'è accorto persino l'acutissimo Vendola: "E in corso la tessitura delle larghe intese. Vince l'ipotesi restauratrice rispetto al cambiamento. Ha vinto Berlusconi".

Del resto è la prima volta nella storia che un presidente della Repubblica "rischia" di fare il bis. E già questo definisce il punto limite cui è giunta l'impossibilità di trovare una mediazione tra interessi in campo. Paradossalmente, ma non troppo, è proprio la debolezza della risposta "di massa" ad aver lasciato campo libero all'espressione delle divisioni all'interno del potere; un'opposizione forte avrebbe "compattato" il fronte, o almeno costretto a fare valutazioni più serie e meno egoistico-correntizie.
Appare chiaro che si tratta di una scelta-tampone, buona per varare nel tempo più rapido un governo purchessia e poi andare alle urne, anche se Napoitano sarebbe personalmente contrario. Ma questa configurazione parlamentare non può decidere unitariamente nemmeno l'ora in cui prendere il caffè.

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