Verifiche anche sulle autorizzazioni delle cave già esistenti
ROMA
- La procura di Roma ha acceso i fari sul progetto di discarica ai
Monti dell’Ortaccio. E quando, questa mattina, Colari e Giovi
presenteranno alla Regione Lazio il nuovo progetto per la valutazione di
impatto ambientale sul nuovo sito, i magistrati di piazzale
Clodiochiederanno immediatamente una copia da inserire nel fascicolo di
indagine che al momento non ha né ipotesi di reato né nomi iscritti al
registro degli indagati. Non è detto che le spiegazioni date finora
bastino a far finire in un cassetto il fascicolo che il procuratore
aggiunto Roberto Cucchiari e il pm Alberto Galanti hanno dedicato al
nuovo sito.
I magistrati però non sono convinti. Un mese fa hanno inviato a Monti dell’Ortaccio un perito e i carabinieri del Noe per una serie di accertamenti i cui primi risultati dovrebbero arrivare a piazzale Clodio nelle prossime ore e comunque entro la prima metà del mese. Dai primi accertamenti, però, risulterebbe che la zona nota come Monti dell’Ortaccio non ha ricevuto nessuna autorizzazione agli scavi neppure per le cave che esistevano ben prima che il nuovo progetto di discarica fosse concepito. Situazione parzialmente differente quella delle zone immediatamente limitrofe, che in parte hanno almeno l’autorizzazione ai lavori per creare delle cave. Dunque, l’informativa del Noe specificherà prima di tutto quale sia effettivamente la zona interessata dalla discarica e che tipo di autorizzazioni abbia ricevuto finora.
Altro punto da chiarire per i magistrati di piazzale Clodio è la vicinanza che la nuova discarica avrà al laghetto emersi dalla falda acquifera in una delle cave della zona. Secondo le denunce dei comitati cittadini, nei giorni scorsi le autobotti hanno parzialmente prosciugato il lago. La Giovi ha poi fatto sapere che la nuova discarica sarà dislocata ad una certa distanza dalla falda, ora però i magistrati dovranno verificare se il polder, ovvero il diaframma isolante che dovrebbe essere posto alla base della discarica, sarà sufficiente a evitare il contatto con l’acqua.
Finita la pausa estiva, Galanti e Cucchiari hanno fatto il punto su tutte le indagini destinate alle discariche che circondano la capitale. Prossimo all’avviso di conclusione delle indagini, il fascicolo per la discarica di Testa di Cane in cui il responsabile della società di gestione Francesco Rando è indagato per violazione delle normative ambientali. La perizia conclusiva ha stabilito che la discarica realizzata era più grande del 36% rispetto allo spazio effettivamente autorizzato da Regione e ministero.
Mentre per la discarica di Malagrotta il gip potrebbe fissare nei prossimi giorni un incidente probatorio sulle malattie che hanno toccato i residenti della zona. Nei mesi scorsi, sul tavolo del pm Galanti era arrivata l’informativa elaborata dall’Asl Roma E. Il documento, evidenziava un nesso sull’aumento di alcuni tipi di malattie e la presenza della discarica e di altri impianti altamente inquinanti. Un documento importante ma non risolutivo e «carente sotto alcuni punti di vista», spiegano da piazzale Clodio. Di qui la necessità di nuovi accertamenti anche attraverso un incidente probatorio.
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