La Bce comprerà titoli di Stato in modo illimitato ma solo sul mercato secondario, quello dei titoli a breve scadenza. Sui bond governativi a lunga scadenza interverrà invece eventualmente il fondo “salva-euro”, ma solo in base a trattati-capestro che condannino i paesi come l’Italia a cedere altre quote della loro sovranità economica, aggravando ulteriormente i deficit e preparando la spoliazione finale dei paesi in crisi. L’intervento della Bce, deciso il 6 settembre, non assomiglia al “quantitative easing”, l’alleggerimento realizzato da banche centrali come la Federal Reserve: «Gli acquisti saranno limitati esclusivamente a bond governativi a breve scadenza – osserva Gad Lerner – e la misura sarà “sterilizzata” per prevenire il rischio inflazione che potrebbe scattare con l’aumento della massa monetaria». In ogni caso, l’intervento della Bce scatterà solo all’interno delle rigide condizioni dei programmi di aiuto, imposte da Angela Merkel.
“Sterilizzare” i titoli che Draghi comprerà, spiega Paolo Barnard – significa che invece di pagarli con liquidità, li si paga con titoli della Bce, come se nel cervello dei monetaristi alla Draghi ci fosse ancora il fantasma dello standard aureo. Prendere i soldi ricevuti dalla Bce e pretendere di avere oro in cambio? Impossibile, da 40 anni a questa parte. «Ma i Draghi si comportano come se ci fosse, cioè funzionano con un riflesso condizionato, un pilota automatico nella testa, e allora invece di dare soldi danno titoli, così i soldi di chi vende sono bloccati lì e non possono essere scambiati per oro, e non circolano creando inflazione, cioè sono “sterilizzati”». Per Barnard è una “cretinata”, visto che anche se Draghi pagasse in liquidità si tratterebbe sempre di bilanci bloccati nelle riserve delle banche, che per definizione non circolano fra la gente e non possono essere scambiate per oro.
«I margini di manovra degli Stati in crisi si riducono, invece che aumentare con lo scudo anti-spread che fornirà la Banca centrale europea», conferma Lerner. «Chi vi ricorrerà dovrà accettare un sostanziale commissariamento dellapolitica economica nazionale, motivo per il quale finora sia Spagna che Italia non vi hanno fatto ricorso». Il ruolo della Bce è dunque sempre più simile all’architettura istituzionale delineata dal Fiscal Compact, che impone da Bruxelles – senza alcuna validazione democratica – la misura della spesa pubblica di ciascun paese. Pessime notizie, proprio su questo fronte, giungono dal “Financial Times”: l’Italia sarà costretta a fine anno a chiedere aiuto formale all’Unione Europea, attivando le temutissime procedure di salvataggio simili a quelle imposte alla Grecia dalla Troika formata da Commissione Europea, Bce e Fondo Monetario Internazionale.
E’ questa la facile “profezia” dell’autorevole quotidiano finanziario: secondo il giornale londinese, che cita fonti governative italiane rimaste anonime, il peggioramento del quadro economico condurrà il nostro paese ad accettare un intervento finora opposto dal governo tecnico di Mario Monti. «Il problema dell’Italia – traduce Gad Lerner – è l’aggravamento della recessione, che peggiora il già precario stato di salute delle nostre finanze pubbliche». Le stime ufficiali prevedevano una contrazione del Pil di un punto e mezzo, con un rapporto deficit/prodotto interno lordo pari a meno 1,7%. Previsione che però è stata già diminuita: l’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni sulla crescita economica dell’Italia, stimando un calo del 2,4%. Secondo il “Financial Times”, il crollo del Pil italiano produrrà un deficit che dovrebbe attestarsi almeno mezzo punto sopra rispetto all’1,7% indicato dal governo Monti. Benché lo spread tra titoli di Stato tedeschi e italiani si sia ridotto, è probabile che il peggioramento della situazione generi ulteriori tensioni sui mercati.
Ora è sul tappeto l’acquisto dei bond della Bce, ma per dare il via libera è necessario garantire un drastico programma di “riforme strutturali” sulla cui durezza la Germania difficilmente farà sconti, come rimarca il “Financial Times”. Le preoccupazioni sull’Italia, aggiunge il quotidiano finanziario, sono cresciute con l’incertezza politica sullo scenario post-elettorale. «Per l’Europa così come per gli investitori internazionali è essenziale una continuità con l’esperienza dell’esecutivo di Mario Monti, con la permanenza delle riforme introdotte in questi mesi», cioè quelle che stanno mettendo al tappeto l’economia e la società italiana, senza produrre risultati positivi. Secondo il “Financial Times”, una richiesta d’aiuto dell’Italia provocherebbe il totale condizionamento dell’azione politica del governo che verrà, anche se le regole pattuite nell’ultimo eurovertice per le prossime procedure di salvataggio devono ancora essere fissate.
«Tutto quello che c’è da dire sull’annuncio della Bce di oggi – scrive Paolo Barnard il 6 settembre – l’ho già scritto da settimane o mesi, perché era già tutto annunciato nei trattati Fiscal Compact e Mes». Ovvero: Draghi vuole abbassare i tassi dei titoli italiani e spagnoli non certo per “salvarci”, ma «perché il nostro default sarebbe la fine dell’Eurozona e quindi la fine della spoliazione della nostra ricchezza nazionale e della nostra democrazia». E questo non deve accadere, dal momento che «Francia e Germania non hanno finito di banchettare sul nostro corpo ancora vivo». Per tenere i rendimenti bassi, si devono comprare molti titoli di Stato, perché la regola dice che più se ne comprano più calano i rendimenti. «Ma poiché non possediamo più una moneta sovrana, i mercati (cioè i compratori di titoli) ce ne comprano pochi e pretendono tassi altissimi, e quindi li dovrà comprare la Bce. Ne comprerà senza un limite di quantità e li “sterilizzerà”».
Ma la Bce, aggiunge Barnard, farà tutto ciò solo se il paese i cui titoli acquista avrà prima chiesto aiuto ai fondi “salva-Stati” come l’Efsf o il Mes. «Cosa significa? Che prima lo Stato in questione dovrà sottoporsi alla chemio-economia della Troika» formata da Ue, Bce e Fmi. «Cioè ridursi come Grecia, Portogallo e Irlanda», e quindi «privatizzare tutto, cedere in pegno i fondi pubblici delle pensioni, far emigrare all’estero il 15 o 20% dei giovani, arrivare al 50% di disoccupazione, e ritrovarsi con deficit ancora più alti (perché è noto all’universo che le Austerità peggiorano i deficit, vedi oggi i deficit dei Piigs), così la Troika avrà la scusa per stringere ancora di più il cappio. Alla faccia di quel bugiardo criminale di Mario Monti che ci disse che questo non sarebbe accaduto».
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