venerdì 21 settembre 2012

Governo rivede le stime del Pil al ribasso Via libera alla vendita di beni pubblici

Per far calare il debito l'esecutivo conferma il programma di dismissione. Interessati immobili e partecipazioni. Monti conferma l'incontro con Marchionne per «quadro aggiornato su Fiat».

Il premier Mario Monti nella diretta da Palazzo Chigi al termine del consiglio dei ministriIl premier Mario Monti nella diretta da Palazzo Chigi al termine del consiglio dei ministri
Il governo ha tagliato le stime di crescita del Pil che nel 2012 si attesterà al -2,4% (-1,2% la precedente stima contenuta nel Def) e nel 2013 sarà pari a -0,2% (+0,5%). Nel 2014-2015, invece, è prevista una crescita rispettivamente dell'1,1 per cento e dell'1,3 per cento grazie all'aumento della domanda interna ed esterna in virtù degli effetti positivi delle riforme strutturali per rilanciare l'economia. IL PROGRAMMA - Per far calare il debito il governo conferma il programma di dismissione del patrimonio dello Stato, sia degli immobili che delle partecipazioni pubbliche i cui proventi, si stima, ammontano a circa un punto percentuale di Pil all'anno.

LA NOTA - Il governo ritiene che, «grazie alla gestione oculata delle finanze pubbliche, alle riforme strutturali introdotte e grazie ai segnali di svolta per la stabilità finanziaria nell'Eurozona, sia possibile una rapida inversione della congiuntura economica». Anche se «le condizioni congiunturali dell'economia mondiale e l'impatto della crisi finanziaria dell'euro hanno rallentato anche l'economia italiana», dice il ministro dell'Economia Vittorio Grilli, interrogato dai cronisti.
LA VERTENZA FIAT - E il premier si è anche espresso sulla querelle Fiat dopo il piano - rivisto dal Lingotto - di Fabbrica Italia. Sabato l'incontro con Fiat a Palazzo Chigi sarà «un significativo momento di dialogo», dice il premier. La riunione, sottolinea, «avviene in un momento in cui il governo ha sollecitato le parti sociali a impegnarsi ai fini del miglioramento della produttività, per incrementare la competitività». Quindi, osserva Monti, «siamo impegnati nel quadro delle politiche per lo sviluppo e per la crescita, non solo per molti provvedimenti adottati ma anche, adesso, con il dialogo insieme alle parti sociali sul costo del lavoro e sulla produttività».

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