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Per la mamma di Firefox le cose non vanno poi così bene.
Il motivo è economico. Da tempo Mozilla cerca di affrancare le proprie
entrate dalla ricerca web. I vari progetti varati a questo scopo - come
per esempio la VPN Firefox Private Network, o la collaborazione con ProtonMail - non hanno però dati i risultati sperati.
Allo stato attuale il 91% delle entrate di Mozilla proviene dalla
ricerca, ma la situazione è complicata dal fatto che negli ultimi anni
il browser Firefox ha perso molte quote di mercato sui desktop, passando dal 30% al 10%, e non ha mai guadagnato un diffuso consenso sugli smartphone.
Il CEO a interim di Mozilla, Mitchell Baker, ha spiegato: «Forse ricordate che ci attendevamo di ottenere introiti nel 2019 e nel 2020 dai nuovi prodotti ad abbonamento, e ricavi maggiori da fonti diverse dalla ricerca. Ciò non è accaduto».
Così, per poter garantire la sussistenza di una «forte visione per le generazioni future»,
Mozilla deve cominciare a tagliare le spese, e lo fa eliminando una
parte della propria forza lavoro, che attualmente consiste in circa 1000
persone.
Ciò accade perché, stando alle indiscrezioni, la dirigenza
preferisce non toccare il fondo di 43 milioni di dollari da utilizzare
per sviluppare i progetti maggiormente innovativi, ritenuti essenziali
per la sopravvivenza di Mozilla stessa.
Ai dipendenti licenziati (che, rispetto alla stima odierna di 70 persone, potrebbero anche essere di più), Mozilla fornisce «una generosa buonuscita» e sostegno nella ricerca di un nuovo posto di lavoro.
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