martedì 21 gennaio 2020

Tre persone come sei milioni. Se questa è umanità…



La novità è che questa volta l’organizzazione che documenta ricchezza e povertà nel mondo, oltre al solito quadro globale ci ha fornito quello dell’Italia. E come accade sempre, quello che accade nel mondo diventa più sconvolgente se ti capita in casa.

Qui in Italia l’1% più ricco possiede lo stesso patrimonio del 70% della restante popolazione. Per capirci 600.000 persone hanno soldi e beni come 42 milioni di persone.

Ma il dato ancora più sconvolgente è che i tre uomini più ricchi d’Italia hanno una ricchezza pari a tutto ciò che possono mettere assieme i sei milioni più poveri. Per capirci i signori Del Vecchio, Ferrero e Armani, che secondo in dati Forbes del 2019 sono i primi miliardari del nostro paese, con un patrimonio che in tre fa oltre 55 miliardi, valgono ognuno come due milioni di cittadini più poveri.


Può un solo essere umano valere in ricchezza materiale come due milioni di suoi simili? No. Non c’è abilità, capacità, successo che possa far sembrare giusta questa distribuzione così iniqua della ricchezza. Questo non è merito, questa è ingiustizia sociale estrema. E non è solo una questione di soldi, ma di potere e dignità. Quando milioni di persone pesano come pochi privilegiati, allora è la selezione e lo scarto delle vite che prevale, è la stesso valore complessivo del genere umano che viene messo in discussione.

Ce l’ho coi tre ricconi? Ma no, so che anche essi in fondo sono prodotti del sistema, anche se con Balzac tendo a credere che nessuna grande ricchezza sia innocente. Però è il sistema che ha prodotto questa deformazione mostruosa della umanità. È il capitalismo questo sistema, i cui effetti nefasti in parte eravamo riusciti a mitigare. mentre ora si scatenano di nuovo, con la dittatura dei mercati ed il liberismo, che hanno soggiogato la politica.

Redistribuire la ricchezza, portare via un poco di soldi ai signori Del Vecchio, Ferrero, Armani e compagnia per pagare case, scuole, ospedali, servizi sociali non è solo un atto di giustizia economica, ma il primo passo per ribaltare un sistema di svalutazione del genere umano che non può più essere accettato senza degradare moralmente.

Il ritorno del fascismo e del razzismo non viene dai social, ma da una distribuzione della ricchezza che ci ha riportato indietro di più di un secolo e che con la sua ferocia sociale alimenta la ferocia dei sentimenti. Non c’é democrazia in un paese dove una sola persona vale come due milioni. Per questo l’odio per il capitalismo è una sano sentimento democratico.

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