Simone si è ucciso impiccandosi ad un albero.
Simone
Sinigaglia è un operaio di quarant’anni licenziato dalla sua azienda
nel Veneto perché considerato un “furbetto della 104”. La legge che
concede permessi dal lavoro per assistere parenti malati, permessi che
le imprese in questa società di merda considerano una specie di furto a
danno dei propri profitti.
Nelle
fabbriche oggi anche a causa del Jobsact c’è un regime da galera, dove
ogni violazione dei diritti personali è oramai permessa nel nome del
guadagno. Così le direzioni aziendali spendono soldi pure in
investigatori privati che indagano sui lavoratori per trovare
l’occasione per farli licenziare.
Ufficialmente
ci si preoccupa per la privacy in maniera spesso ossessiva, ma quando
il padrone assolda spioni che rovistano nella vita dei suoi dipendenti,
beh questo è “libero mercato”.
Si
cerca di trovare il momento in cui il lavoratore lascia la persona che
sta aiutando, magari per andare a fare la spesa, fare un piccolo
servizio, sistemare un piccolo guaio. Ecco allora che lo spione
aziendale cronometra, fotografa registra. Perché per il padrone
l’assistenza è come la catena di montaggio ove, se ci si stacca un
secondo, lui multa. In questo caso se non si sta sempre vicino al
parente malato lui licenzia. E le foto con orari misurati al secondo
sono la prova.
Così
è stato licenziato Augustin Breda dalla Electrolux, sempre in Veneto.
Augustin è un sindacalista conosciuto e amato, ha ricevuto una grande
solidarietà, ha retto il colpo, ha fatto causa al padrone e ha vinto. Il
giudice ha giustamente riconosciuto che assistere una persona cara non
ha gli stessi tempi e modalità della produzione di merci. Augustin è
tornato in fabbrica accolto dalla festa degli operai.
Ma
Simone Sinigaglia di fronte al licenziamento evidentemente si è sentito
perso. Anche lui probabilmente avrebbe vinto la causa contro il
padrone, ma non ha avuto la forza di arrivarci e si è impiccato.
Ora
quei maledetti padroni spioni hanno la certezza che quel lavoratore non
aggraverà più i loro costi con i suoi fastidiosi permessi.
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