giovedì 16 gennaio 2020

Intervista a Extinction Rebellion: «Salviamo il pianeta dall’ecofascismo».

«Di questi tempi abbiamo bisogno di solidarietà e modi migliori di lavorare insieme – dice al manifesto – Serve allertare le persone, ma anche prepararsi a resistere».

il manifesto Giansandro Merli
«Abbiamo solo avuto un piccolo assaggio di ciò che le comunità musulmane e altri gruppi di attivisti hanno ricevuto per anni», ha scritto su Facebook Gail Bradbrook commentando la rimozione del movimento ecologista dal programma dell’antiterrorismo britannico Prevent.
Risultati immagini per Extinction RebellionBradbrook, 47 anni, figlia di un minatore di South Kirkby, è studiosa di biofisica molecolare e co-fondatrice di Extinction rebellion (Xr).

Qual è il bilancio del primo anno di Xr?
Esistono 500 gruppi locali in 72 Paesi e altri 200 solo in Uk.
Qui la crisi ecologica era poco presente nel dibattito, adesso ha un posto enorme.
Il 54% dei cittadini afferma che il tema condiziona il loro voto.
Chiaramente questo non ha a che fare solo con Xr, ma anche con i Fridays for future e con film e report pubblicati di recente.
Rispetto alle nostre rivendicazioni, invece: alcuni «consigli unitari», cioè corpi di governo locale, stanno dichiarando l’emergenza climatica ed ecologica e anche il parlamento lo ha fatto; Theresa May, quando era ancora primo ministro, ha fissato al 2050 il limite per il processo di decarbonizzazione e chiesto un’assemblea di cittadini con un ruolo consultivo.
Non sono esattamente le cose che vogliamo, ma una loro versione annacquata. Comunque segnalano che stiamo lavorando bene.
Uno dei concetti chiave di Xr è la cultura rigenerativa. Cos’è?

La cultura in cui lavoriamo è importante quanto le nostre rivendicazioni, o forse di più.
Potremmo anche non ottenere ciò che chiediamo, ma se impariamo a lavorare bene insieme ci stiamo preparando a resistere all’ecofascismo, uno dei rischi più grandi della nostra epoca.
La cultura rigenerativa ha quattro parti.
La prima è prendersi cura di se stessi.
La seconda riguarda le modalità inclusive di lavoro in gruppo.
La terza è prendersi cura uno dell’altra prima, durante e dopo le azioni.
La quarta è la connessione con la natura, un aspetto fondativo del nostro movimento.
Il concetto di ecofascismo è poco discusso in Italia. Cosa indica?
Il libro di Margaret Atwood Il racconto dell’ancella lo ha presentato a tanti, anche se non sempre è associato ad esso. In generale ci sono vari indicatori di fascismo che misurano i livelli di misoginia, xenofobia, militarismo, etc. Oggi sono tutti in aumento.
Il fascismo cresce quando le persone sono spaventate, circolano meno soldi e si approvano rigide politiche patriarcali.
Se le persone capiscono che c’è un’emergenza, il rischio è che vadano nel panico, vogliano meno democrazia e chiedano modelli di comportamento più rigidi. In Xr, invece, sosteniamo che serve più democrazia.
Per questo chiediamo assemblee di cittadini che decidano come affrontare la catastrofe climatica.
Abbiamo bisogno di una democrazia migliore, non di meno democrazia.
Le élites politiche ed economiche saranno d’accordo?
Douglas Rushkoff è un professore di tecnologia di New York. Ha un blog sulle élites che parlano del cosiddetto «evento», cioè il punto di collasso ecologico e sociale del sistema.
Rushkoff ha ricevuto la metà del suo salario da docente universitario per un incontro con cinque top manager di fondi di investimento che volevano sapere in quali zone del mondo la catastrofe arriverà più tardi o come proteggere i loro beni dopo il crack.
Ad esempio, se è meglio avere delle guardie con collari elettronici o ricattarle attraverso riserve di cibo tenute sotto codice. Questo tipo di pensiero viene dalla disperazione e dalla separazione, che rendono l’ecofascismo un rischio reale. In questi tempi abbiamo bisogno di solidarietà e modi migliori di lavorare collettivamente.
Xr non sta solo lanciando l’allarme, sta anche stabilendo nuove forme di cooperazione prefigurative di come si può resistere alla tendenza all’ecofascismo.
Prima o poi ci saranno carenze alimentari, picchi dei prezzi del cibo e accadranno cose che destabilizzano la società.
Su questi temi non c’è abbastanza ricerca, ma la Anglia Ruskin University (Uk) sostiene che entro il 2040 il cibo scarseggerà.
L’Istituto Goddard per gli studi spaziali, che fa parte della Nasa, ritiene che fenomeni simili accadranno prima. Con questo rischio in gioco, il pericolo dell’ecofascismo può solo crescere.
C’è bisogno di allertare le persone, ma anche di prepararsi a resistere.
Ha menzionato varie volte il patriarcato. Le donne o il pensiero femminista hanno un ruolo particolare in Xr?
Nel movimento ci sono un sacco di donne fantastiche.
In Uk la direzione del team artistico è di Clare Farrell, di estrazione proletaria. Esther Stanford-Xosei si occupa di come condividere risorse attraverso l’International Solidarity Network. Skeena Rathor, donna musulmana, è a capo del «vision team».
C’è poi un ragionamento sui 10 principi di base, creati con un’idea di liberazione che tenga in considerazione le esperienze che ognuno vive in un sistema patriarcale. Uno di questi è not blaming and shaming, cioè evitare di biasimare e incolpare. Non sta a noi creare una cultura del dito puntato o della caccia alle streghe o far vergognare le persone mentre cerchiamo di affrontare il modo in cui la cultura patriarcale si manifesta nei movimenti.
Quando la sinistra forma un plotone d’esecuzione è come se stesse in piedi in cerchio: attacca se stessa. La nostra ombra è colpirci l’un l’altro.
Abbiamo bisogno di fare dei passi in avanti, verso una nuova cultura di rigenerazione.

Nessun commento:

Posta un commento