venerdì 10 gennaio 2020

La Germania ha appena ottenuto un reddito di base e nessuno se ne è accorto.

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La corte suprema tedesca limita le sanzioni eliminando l’obbligo di cercare un lavoro.
I giudici della corte suprema tedesca, pur non sapendolo, stanno facendo la storia del reddito di base. Non sapremo mai se i giudici della corte suprema tedesca di Karlsruhe infatti siano pienamente consapevoli delle enormi conseguenze del loro recente verdetto. Probabilmente no, perché la domanda sulla quale si sono concentrati a trovare risposta non era: dovrebbe esserci un reddito di base universale, sì o no? Ciò che dovevano decidere,  lo scorso novembre 2019, era semplicemente la legalità di un regolamento amministrativo, in merito alle possibili sanzioni che i beneficiari di Hartz-IV possono subire, per non aver rispettato i loro obblighi. Il sistema tedesco Hartz-IV è concepito come una rete di sicurezza, un reddito minimo condizionato – destinato non solo a coloro che sono disoccupati, ma anche per i malati e per coloro che sono in grado di lavorare solo poche ore alla settimana; come genitori single o persone che si prendono cura di un parente anziano.
Secondo la legge in esame, i beneficiari ritenuti idonei al lavoro dovevano presentare prove dei loro sforzi per porre fine alla loro dipendenza economica dal reddito minimo. Anche se gli operatori dei centri di lavoro avevano una notevole discrezionalità su cosa tenere in considerazione per trovare ai beneficiari un lavoro, il rifiuto di mostrare qualsiasi sforzo di solito portava alla cancellazione dei benefici e dunque dell’erogazione del reddito minimo. In sostanza se il beneficiario non trovava lavoro da solo, se non produceva i dovuti documenti (curriculum, prove di colloqui etc.) o il centro per l’impiego trovava lavoro per lui in maniera non congrua, lo stesso avrebbe potuto perdere il diritto al reddito minimo. Questo avviene attraverso decurtazioni che vanno dal 30% al 100% dell’ammontare del beneficio. Una formula di forte condizionalità ad accettare o trovare qualsiasi lavoro altrimenti vi sarebbe stata la perdita del beneficio economico.
Ma questo è stato ora dichiarato incostituzionale dalla corte suprema tedesca. Secondo l’opinione dei giudici, infatti, l’imputato (il governo federale) non era riuscito a provare con soddisfazione del tribunale, che la disposizione che permetteva sanzioni fino al 100% non solo favoriva, ma poteva ragionevolmente essere considerata convincente necessità, vale a dire una conditio-sine-qua-non in vista dello scopo della legge , che è di riportare i beneficiari a un impiego retribuito. Anche se i giudici hanno ritenuto che una certa efficacia delle sanzioni fosse evidente, e di conseguenza non le hanno dichiarate di per sé incostituzionali, il verdetto impone un limite rigido del 30% dell’indennità di base (escluso l’affitto), oltre il quale nessun ulteriore decurtazione al reddito ora è possibile effettuare, qualunque cosa accada. Compreso il fatto di non essere condizionati dalla ricerca del lavoro. Il Tribunale ha dichiarato incostituzionale il ritiro totale del sostegno economico del 100%In pratica, il verdetto significa: anche se il beneficiario non fa domanda per un lavoro, perde appuntamenti o, durante un colloquio di lavoro non accetta il lavoro, manterrà in ogni caso il 70% del reddito, più indennità di alloggio, più assicurazione sanitaria.
Attualmente il calcolo dei diversi sostegni può arrivare a circa 1120 euro al mese, con un sostegno per l’alimentazione di 300 euro e di 500, fino a 700, euro per l’alloggio. Più altri 320 euro per l’assicurazione sanitaria.
Certo, non si può dire che in Germania sia stato introdotto per legge un reddito di base incondizionato, ma ciò che la corte tedesca ha deciso è che le sanzioni e le condizionalità o gli obblighi legati al beneficio economico, non possono di fatto essere cosi vincolanti da far perdere il diritto al reddito al beneficiario. Una sanzione del 100% infatti costituirebbe una ingiustificata sofferenza e dunque una violazione della dignità umana (Menschenwurde) che è un principio costituzionale primario e che tutta la legislazione tedesca deve rispettare.*
Note:
*Nel quadro costituzionale tedesco, il principio dell’inviolabilità della dignità umana (“Unverletzlichkeit der Menschenwürde”) è una meta-regola, vale a dire una limitazione del tipo di leggi che il legislatore può approvare in primo luogo. Dice, in poche parole, che né le autorità, né nessun altro può trattare un essere umano come un semplice “oggetto”. Numerose sentenze legali possono essere ricondotte a questo principio costituzionale.

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