La
fatidica soglia, frutto della somma degli anni anagrafici e di quelli
contributivi, per mesi indicata dal M5S come imprescindibile per
superare l’assurda Legge Fornero, confermata anche nel contratto di
governo sottoscritto con la Lega, potrebbe valere solo a partire da una
soglia minima. Questa, perlomeno, è la richiesta formulata in queste ore
dalla Ragioneria generale dello Stato. A questo punto, è chiaro che se
il neonato governo vorrà tenere fede a quanto detto nel corso della
campagna elettorale sarà obbligato a reperire i finanziamenti utili.
Altrimenti, ci troveremo davanti all’ennesima promessa incompiuta. I
lavoratori non accetterebbero un passo indietro rispetto a quanto
espresso per mesi e risultato tra i motivi principali che hanno portato
al consenso per il nuovo assetto politico, da cui è scaturito il novello
assetto parlamentare e governativo. Anzi, per i lavoratori della scuola
serve sempre l’inclusione tra le categorie che svolgono una professione
usurante.
Introdurre la clausola dei 64 anni d’età andrebbe a costituire un
grave cambiamento del programma di governo: nessuno ha obbligato i
partiti a promettere la nuova soglia. Visto che si sono presi l’impegno,
evidentemente gradito dalla maggior parte degli italiani, ora è bene
portarlo avanti. Costi quel che costi. Come si sono trovati i soldi per
sanare altre emergenze nazionali, ora si trovino quelli utili per
mandare in pensione chi ha lavorato una vita e ora vuole passare la
mano.
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mercoledì 6 giugno 2018
"Quota 100, spunta la clausola dei 64 anni di età. Ma noi non ci stiamo". Intervento di Marcello Pacifico (Anief)
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