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L’AFA ha comunicato che l’amichevole prevista per sabato 9 giugno non si terrà. Hanno vinto le proteste in solidarietà con la popolazione palestinese
È di pochi
minuti fa la notizia che la nazionale argentina ha ufficialmente
cancellato l’amichevole prevista per sabato 9 giugno contro la squdra di
Israele. Sarebbe stata l’ultima partita non ufficiale prima dell’inizio
dei campionati mondiali Russia 2018. Con questa decisione, l’unico
scontro amichevole disputato dalla squadra di Sampaoli rimane quello
contro Haiti, che si è tenuto il 29 maggio scorso nella cornice della Bombonera e che la squadra di casa ha vinto per 4 a 0.
La decisione è maturata sull’onda delle proteste e della
campagna internazionale di boicottaggio del match. Il nodo locale della
rete BDS (Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni) aveva lanciato la
mobilitazione con l’hashtag #ArgentinaNoVaya. Le prese di parola e le
pressioni si sono moltiplicate a livello mondiale, facendo appello
soprattutto al campione argentino Lionel Messi.
Due giorni fa, il presidente dell’associazione
calcistica palestinese, Yibril Rayub, aveva inviato una lettera ai
vertici dell’AFA (Asociación del Fútbol Argentino) chiedendo
la cancellazione della partita, che Israele stava strumentalizzando per
celebrare il settantesimo anniversario della nascita del suo Stato. Nella lettera, le autorità sportive palestinesi sottolineavano l’utilizzo politico dell’amichevole da parte di Israele, in particolare nel quadro “della decisione degli Stati Uniti di spostare la sua ambasciata a Gerusalemme”. Una decisione unilaterale in contrasto con le risoluzioni dell’ONU. Nelle scorse settimane le proteste contro questa decisione e le mobilitazioni nell’ambito della Great Return March sono state duramente represse da Israele, provocando decine di morti civili, nell’indifferenza della comunità internazionale.
Tra questi, un caso che ha prodotto particolare rabbia e sconcerto è quello di Razan Al Najjar, paramedica palestinese freddata il 3 giugno scorso mentre soccorreva un ferito dai colpi di una cecchina americana arruolatasi volontariamente nell’esercito di Israele.
Nel pomeriggio di oggi, numerosi manifestanti solidali
con la popolazione palestinese si erano presentati davanti ai campi da
gioco dove la selección si sta allenando, alle porte di Barcellona, e avevano esposto cartelli di denuncia e magliette insanguinate, per ricordare l’apartheid
in cui lo Stato di Israele costringe a vivere i palestinesi e le
ripetute operazioni di pulizia etnica portate avanti dall’esercito
israeliano.
Restano da capire le motivazioni reali che hanno portato
l’AFA a questa scelta. Secondo alcuni commentatori l’organizzazione del
calcio argentino aveva paura di una caduta d’immagine a causa delle
proteste. In ogni caso, si tratta di una decisione di grande importanza
simbolica. Tutto il contrario di quella dei vertici del Giro d’Italia 2018, che hanno vergognosamente sponsorizzato la partenza della competizione ciclistica dai territori occupati.
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