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La
Corte di giustizia dell’Unione europea ha condannato l’Italia a pagare
una multa da 25 milioni di euro, più una penalità di 30 milioni di euro
per ogni semestre di ritardo, per non aver applicato in tempo il diritto
europeo sulla raccolta e sul trattamento delle acque reflue urbane.
L’Italia era già stata condannata nel 2012, quando la Corte aveva
stabilito che l’Italia non aveva preso le misure necessarie per
garantire che oltre cento centri urbani fossero dotati di reti fognarie
per la raccolta delle acque reflue o di sistemi di trattamento delle
acque reflue urbane.
La Commissione europea ha proposto un
secondo ricorso davanti alla Corte perché alla data dell’11 febbraio
2016 l’Italia non si era ancora conformata a quelle sentenza. Oggi la
Corte di giustizia Ue stabilisce che “lla data limite dell’11 febbraio
2016, l’Italia non aveva preso tutte le misure necessarie per
l’esecuzione della sentenza del 2012 al fine di rispettare gli obblighi
che le incombono in forza della direttiva”.
Un inadempimento grave
perché è durato quasi sei anni, dice la Corte, e perché l’assenza o
l’insufficienza di sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue
urbane può danneggiare l’ambiente. Nell’udienza di febbraio 2018, i
centri per i quali non sono state fornite prove di messa a norma erano
ancora 74, un numero grande anche se inferiore ai 109 della sentenza
2012.
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venerdì 1 giugno 2018
L'Europa condanna l'Italia per le acque reflue: multa di 25 milioni più una penalità per ogni semestre di ritardo
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