Simplicio
Tardotti è un giovane esponente del Partito Democratico. Adolescente
inquieto negli anni ruggenti del renzismo, si è sempre chiesto come
funziona la politica e – non riuscendo a capirne neppure l’ABC – ha
finito per chiedere la tessera del PD. Il tempo passa, Renzi casca,
arriva il governo giallo-verde e Simplicio Tardotti è sempre più
confuso. Cosa fare, cosa non fare, a un certo punto la rabbia compressa
dalla stoffa di innocente democratico erompe e trova un capro espiatorio
di nome Gunther Oettinger, il Commissario Europeo artefice dell’epico
monito: “I mercati insegneranno agli italiani come votare”. Al che,
nella nebulosa mappa del mondo in cui cervello di Simplicio si è
formato, come un chicco di grano nell’ovatta, scocca una scintilla.
Indignato per la proditoria invasione di campo del crucco arrogante, Simplicio scrive un articolo al vetriolo contro la Commissione Europea, contro la Merkel e – già che c’è – anche contro i fottuti mercati. Simplicio non scrive proprio ‘fottuti’, ma lassù, ai piani alti, dove tutto si scruta e si sa, l’alzata di cresta non piace. Così il ragazzo è convocato d’urgenza in Via del Nazareno, in un plumbeo mattino di giugno, il giorno della festa della Repubblica. Nel palazzo deserto e silenzioso – dove solo si odono i suoi intimiditi sospiri – lo riceve un anonimo funzionario al quale Simplicio si presenta: “Sono Tardotti, signore, ma dove sono tutti? Dov’è Renzi? E la Boschi? E Del Rio?”. Il reggente del reggente (anche di Martina non v’è traccia) risponde: “In montagna, cretino, a combattere i fascisti!”.
Simplicio è turbato: “Per questo non c’è più nessuno, in sede?”. “Certo, son rimasto solo io, a presidiare la Repubblica,” lo rimbrotta il segretario facente funzioni, “Del Rio è nei boschi, con la Boschi: hanno fondato le brigate ‘Mestizia e Austerità’”. “E Renzi?”. “Renzi si è arruolato nella compagnia ‘Oettinger’, lui è sempre avanti di anni luce, lo sai no?” gongola l’incognito. “Oettinger?” chiede, allibito, Simplicio, “ma Oettinger è il commissario europeo che… che…”. L’uomo non gli fa completare la frase: “Bravo, Simplicio, bravo, finalmente cominci a capire. Oettinger è colui che tu hai incautamente criticato”. Il ragazzo, tremebondo di vergogna, livido in volto, tenta una disperata difesa: “Ma quell’impunito, signore, ha offeso tutti gli italiani, ci ha trattati come degli idioti bisognosi di insegnamenti su come votare!”.
“Tu hai un bel nome ragazzo, un nome che è tutto un programma. Anzi, un nome che sembra il programma del nostro partito, e però…”. “E però, cosa?” sussurra il giovane garzone. “E però non devi prendere iniziative inadeguate. Non puoi criticare un Commissario europeo, chi ti credi di essere? Soprattutto, non quando il tedesco ci tira la volata”. Simplicio osserva in tralice l’oscuro funzionario: “Non capisco, mi illumini, signore!”.
L’altro gli spazzola col pugno la zazzera: “Ma piccolo sciocchino, non ci arrivi proprio? Il giorno che gli italiani voteranno come desiderano, e come gli insegnano, i mercati, noi del PD avremo la maggioranza assoluta!”. Allora il lume di una nuova ragione si accende nell’opaca testa di Simplicio. Ora tutti i puntini si uniscono a formare un sublime disegno. Egli osserva il capetto – così antipatico ma orgoglioso del suo esser democratico – e bisbiglia: “La tessera delle Brigate Oettinger, signore, dov’è che si piglia?”.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
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