«È sempre più potente». I medici: «Principi attivi decuplicati, in giro bombe letali». Dalle siringhe al fumo, traffici cresciuti del 66%.
VENEZIA Quando
è stato fermato dalla polizia municipale di Padova una settimana fa
stava guidando il suo furgone verso casa, alla fine dell’orario di
lavoro. Gli agenti lo hanno visto chiaramente: si stava iniettando
l’eroina in vena, con il furgone in corsa. Un occhio sulla strada e uno
sull’ago. Quando il vigile ha chiesto al 47enne veneziano se non
potesse almeno attendere di fermarsi, lui ha risposto candidamente: «Non
ce la facevo più, ero in crisi, dovevo farmi subito». Questa è
l’eroina. Meglio, questo è l’effetto provocato dalla nuova eroina che
sta girando in Veneto da inizio anno. I medici del Laboratorio di
Igiene Ambientale e Tossicologia Forense del Dipartimento di prevenzione
della Ulss 3 Serenissima di Venezia hanno notato un cambiamento della
droga che produce effetti potenzialmente devastanti: «Il principio
attivo dell’eroina è passato in pochi mesi dallo 0,5-1% al 15-50%» dice
il dottor Giampietro Frison, responsabile del reparto: «Una vera bomba».
Nove morti
I canali di approvvigionamento
L’eroina
arriva dall’Afghanistan, dal Pakistan, dall’Iraq, paesi in conflitto
dove servono soldi per le armi, per la corruzione, per la sopravvivenza
delle popolazioni. È dimostrato che Daesh si serve anche del canale dei
traffici di droga per pagarsi la guerra. Da quando i conflitti in Medio
Oriente si sono riaccesi negli ultimi 10 anni i traffici di eroina sono
aumentati. Se ne vedono gli effetti in Veneto dove le forze dell’ordine
registrano un aumento esponenziale dei sequestri. Questa regione è un
crocevia di scambi tra i Balcani, da dove arriva la droga, e il resto
d’Europa. I trafficanti sono albanesi, che vendono grosse quantità. E
poi ci sono tunisini per il piccolo spaccio. Ora anche i nigeriani,
tradizionalmente dediti alla cocaina, hanno iniziato a vendere la nuova
eroina, e hanno preso sempre più piede perché hanno capito che rende.
L’obiettivo dei narcotrafficanti è mantenere i prezzi bassi per
fidelizzare il mercato, renderlo sempre più «affamato» e allargarlo con
nuovi schiavi. E a quanto pare ci stanno riuscendo: i nove morti
veneziani e sono solo la punta dell’iceberg, perché poi ci sono tutti
gli interventi di emergenza, vite strappate alla morte dai medici che
riescono a intervenire in tempo.
I numeri
I numeri sono sconfortanti. Alla comunità di San Patrignano in Romagna
nel 2016 erano arrivati 51 giovani veneti per avviare il percorso di
uscita dal tunnel della droga. Quest’anno in soli otto mesi i veneti
sono già a quota 39 (tra cui quattro minorenni): ci sono altri quattro
mesi per colmare e superare il gap, e magari superarlo. In totale i
veneti presenti nella comunità romagnola sono 120, 83 di questi sono
stati dipendenti da eroina. «L’eroina fa sempre parte del percorso di
quasi tutti i tossicodipendenti - spiega Antonio Tinelli, direttore
della comunità fondata da Vincenzo Muccioli – è la regina delle droghe,
ci arrivano soprattutto le persone insicure, incapaci di crescere e
affrontare le normali battaglie della vita, sono ragazzi che hanno paura
di tutto, tranne che della droga. Iniziano con le canne, finiscono in
brutte compagnie e l’eroina, che tutto sommato costa ancora poco, è
abbordabile per tutti. Solo che ora, a differenza di anni fa, è mortale
perché sempre più potente».
Il rapporto
L’ultimo
rapporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del ministero
dell’Interno riguarda il 2016 e per l’intero paese parla di un aumento
dei traffici di eroina pari al 66% rispetto ai dieci anni precedenti, il
rapporto dice anche che l’eroina si conferma lo stupefacente con il
maggior numero di decessi tra i 25 e i 40 anni. Nel 2016 in Veneto ci
sono stati 25 morti di eroina, 67% in più rispetto al 2015 (siamo terzi a
pari merito con l’Emilia Romagna dopo Toscana e Piemonte). L’anno
scorso a Venezia sono morte 9 persone, 5 a Vicenza, 4 a Padova e Verona,
due a Belluno e uno a Treviso. Tanto per dare un quadro complessivo di
tutte le dipendenze di ogni tipo di droga basta dire che nei Servizi
territoriali per le dipendenze del Veneto nell’ultimo anno sono
registrati 1595 nuovi utenti sui complessivi 10.407 assistiti. E questi
sono i numeri. Poi ci sono le storie, le vite che stanno dietro alle
percentuali. E una domanda sorge spontanea: perché i ragazzi cadono
nell’eroina? Che cos’ha di diverso dalle altre droghe? «L’eroina è un
potente anestetico – dice Tinelli di San Patrignano – oggi si fuma, non
si inietta quasi più, l’effetto consente di affrontare una giornata a
scuola, otto ore di lavoro, consente di sentirsi sicuri in mezzo agli
altri, i giovani sono affascinati dall’eroina, lo sono sempre stati,
anni addietro faceva parte di un modo di vivere, era addirittura una
corrente “culturale” che molti imitavano».
Gli anni Settanta
L’eroina
è stata il simbolo di un’epoca. Grandi rockstar non hanno nascosto di
farne uso. Lou Reed le aveva dedicato una canzone (Heroine,
del 1967), prima di lui ci fu Ray Charles, Janis Joplin morì per
overdose, John Coltrane si faceva, così pure Sid Vicious (Sex Pistols), e
più tardi anche Kurt Cobain, icona del grunge. Tutti eroinomani, tutti
morti. Negli anni ’70 Keith Richards dei Rolling Stone entrò in coma due
volte. Più recentemente, nel 1996, Dave Gahan dei Depeche Mode è stato
clinicamente morto due minuti per una overdose di eroina e cocaina
(«speedball»). I medici lo hanno salvato miracolosamente. Erano altri
tempi, ci si faceva in vena, l’effetto era immediato. Ora si fuma e la
percezione è che faccia meno male. Oggi, a differenza di anni fa, gli
eccipienti, cioè le sostanze che accompagnano la dose di eroina, sono a
loro volta farmaci che aumentano gli effetti anestetizzanti. «Il
destrometorfano – spiega il dottor Frison – è uno di questi, lo abbiamo
trovato qui a Venezia in una delle dosi sequestrate e lo abbiamo
segnalato all’Istituto superiore di sanità- spiega il medico - mischiato
con la droga aggiunge un effetto allucinogeno a quello dell’eroina che
invece deprime il sistema nervoso e rallenta il respiro, il risultato è
una sindrome serotoninergica che porta alla morte».
Le nuove insidie
Queste
sono le insidie della nuova eroina sulle strade del Veneto. Nove le
persone che ci hanno già rimesso la vita senza sapere di essere un
esperimento, un test per i signori della droga che stanno conquistando
terreno, che stanno costruendo un esercito di «soldati» pronti a
lavorare per loro. E che soprattutto stanno facendo montagne di soldi.
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