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Forte avanzata delle SDF negli ultimi giorni. Città distrutta e minata. Circa 3mila civili ancora prigionieri di ISIS. Rojida Felat, comandante capo dell'operazione: «In un mese e mezzo, Raqqa sarà libera».
Le forze della Syrian Democratic Force
- che riunisce curdi di YPG/YPJ, combattenti arabi, cristiani e yezidi -
continuano ad avanzare nella città di Raqqa. Negli ultimi giorni hanno
stretto il cerchio intorno all'ultimo quadrante della città che si trova
ancora sotto il controllo di ISIS.
Qui, si trovano asserragliate alcune
centinaia di miliziani. Con loro, circa 3mila civili: ostaggi tra i più
vulnerabili, persone che non sono riusciti a fuggire in tempo.
Da
fonti che si trovano molto vicine al fronte dei combattimenti,
apprendiamo che prima di lanciare l'ultima offensiva, le SDF dovranno
sminare, ripulire dai tunnel e mettere in sicurezza le zone liberate
negli ultimi giorni. Prima di procedere all'attacco finale contro ISIS.
Secondo quanto dichiarato ieri da Rojida Felat
(comandante capo dell'operazione) all'agenzia Firat News, la
liberazione completa della città dovrebbe concludersi in circa un mese e
mezzo.
Raqqa è quasi completamente distrutta: peggio di Kobane e molto peggio di Mosul. I quartieri liberati sono pieni di mine.
Le SDF sono costrette a vietare il ritorno nelle case fino allo
sminamento, per evitare che i civili saltino in aria. Come accaduto
pochi giorni fa in un quartiere della città.
Intanto, si continuano a contare i feriti: 45 solo ieri, distribuiti tra gli ospedale di Kobane e Tal Abyad.
I soccorsi sono particolarmente complessi per lo stato della città e
delle strade e per la massiccia presenza di mine anti-uomo, di cui ISIS
ha disseminato la città.
Nel frattempo, anche a Deir El-Zor, a circa 150 km da Raqqa, continuano i combattimenti tra SDF e i miliziani di quel che resta dello Stato Islamico.
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