Jacopo Fo Autore, attore e scrittore
Sono anni che blatero a proposito del complotto criminale dei produttori di disinfettanti per la casa, disgraziati perché insinuano nella mente delle mamme amorevoli l’idea malata che per proteggere i pargoli sia necessario irrorare casa e vestiti di liquidi terminator assassini di batteri buoni. Da anni cito ricerche autorevoli che spiegano che i batteri che vivono nelle nostre case, nei nostri vestiti, sulla nostra pelle e dentro il nostro corpo, sono essenziali per la nostra salute. Non sono laidi sfruttatori parassiti, predatori al pari dei signori feudali. Sono invece adorabili coinquilini, che vivono grazie a noi e ci adorano in un modo totale e assoluto: per loro siamo divinità, immensi pianeti viventi e deambulanti. Non potremmo vivere senza di loro ed essi svolgono molte funzioni essenziali oltre alla eroica difesa del nostro organismo da attacchi patogeni. Ed è dimostrato che i bambini che vivono in ambienti disinfettati a morte si ammalano di più, perché privati delle difese microbiotiche eccellenti.
Aggiungo che lo scambio di batteri tra esseri umani è un altro essenziale presidio medico sanitario: darsi la mano, abbracciarsi, baciarsi sulle guance sono comportamenti sociali importantissimi e quelli che non frequentano mai teatri, autobus, cortei con urla che spargono germi, discoteche affollate e simili, e magari subito dopo aver dato la mano a qualcuno se la disinfettano con un ammazza germi, vivono in uno stato di miseria batterica grave e fisiologicamente pericolosa. E oserei dire anche in una povertà storica. Infatti, i batteri per lo più si riproducono per scissione. Cioè il batterio che ti lecca un dito oggi, uggiolando di piacere perché il tuo sudore è saporito in maniera pazzesca, è intrinsecamente la stessa identica creatura che leccava i piedi di Pitagora e l’orecchio di Leonardo. E secondo alcune scuole di microbiologia esoterica se uno viene succhiato da un batterio che ha succhiato Platone poi ne risulta più filosofico.
In effetti il fronte degli spacciatori di disinfettanti aveva subito un primo smacco già anni fa quando i produttori di yogurt decisero di lanciare l’idea che mangiare microbi facesse bene. Ma non ebbero il coraggio di parlare chiaramente di batteri, scelsero un termine infingardo: fermenti lattici vivi. Era comunque un passo in avanti: si affacciava l’idea che per digerire abbiamo bisogno di truppe esterne microbiche cooperanti e simbiotiche.
Poi è arrivato Zendium che ha investito mezzi finanziari notevoli per dire al mondo che nella nostra bocca vivono miliardi di batteri buoni, tanti quanti le stelle del cielo!
Idea superbamente intelligente associare la bontà batterica sfoderando il paragone con le stelle del cielo. Un capolavoro pubblicitario: anche perché le stelle e il cielo sono sinergicamente evocative dell’idea dell’alito profumato e dei denti splendenti. Non disse forse il Poeta: “Come stelle nel cielo infinitamente scuro i tuoi denti coronano di luce la tua bocca!”
Mi immagino la scena di quando qualche genio della Zendium ha sparato a bruciapelo: “E se provassimo a dirlo che il nostro dentifricio è migliore perché non stermina i batteri simbiotici?”
Chissà se gli hanno tirato addosso con le cannucce delle penne Bic trasformate in cerbottane da ufficio… oppure si sono limitati a pensare: “È un cretino!”. Sta di fatto che alla fine l’idea è passata. Ed è da notare che Zendium è un dentifricio danese frutto di una ricerca microbiologica sviluppata negli anni 70 ed è oggi il più venduto in Scandinavia. L’azienda sostiene che si tratta di un prodotto anallergico capace di aumentare del 60% la vitalità dei batteri simbiotici che gozzovigliano nella nostra bocca sterminando le minacce orali.
Il prodotto è distribuito dalla multinazionale Unilever, quindi non parliamo di una piccola impresa di pazzi alternativi. E questo è un segnale notevole: vuol dire che certe idee iniziano a far breccia anche nelle grandi aziende. Cioè gente che se decide di sponsorizzare i microorganismi può fare la differenza, perché ci mettono milioni di euro a pioggia.
Quanto ci metterà l’idea (il meme) del batterio buono a passare dai fermenti lattici e dall’igiene orale all’idea che sia un male sterminare i batteri che abitano pavimenti e calzini?
Speriamo si faccia alla svelta! Ne va della salute di milioni di bambini!
Concludo con un’annotazione di strategia politica: ci sono riforme che si fanno in Parlamento e riforme che si fanno provocando il cambiamento del modo di pensare, proponendo qualche cosa di nuovo. Il parto dolce non si è imposto in Italia per legge, ma grazie a un piccolo gruppo di medici (tra questi, luminosa, Barbara Grandi di Poggibonsi) che iniziarono a gestire strutture pubbliche innovative sostenuti da una microscopica frangia del movimento progressista.
E fu grazie a un’orda formata da alcune centinaia di clown dottori che portammo la comicoterapia nei reparti pediatrici degli ospedali. Se si riesce a cambiare il modo di vedere i batteri non si conquistano le aperture dei telegiornali, ma questo non vuol dire che non sarebbe un risultato formidabile per la salute delle persone e per demolire l’idea che siamo individui isolati in un mondo che ci minaccia. Capire i batteri simbiotici vuol dire comprendere che la Coop sei tu. Noi, a tutti i livelli, viviamo unicamente grazie alla cooperazione.
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