I carabinieri erano già sulle tracce dell'uomo, incastrato dalle immagini delle telecamere di sorveglianza e dalle testimonianze.
All'inizio gli inquirenti pensavano si trattasse
di un regolamento dei conti tra malavitosi. Due giorni dopo, però, la
verità sull'
omicidio di Legnano è
venuto a galla. Ad uccidere a colpi di pistola Gennaro Tirino,
trentottenne della provincia di Varese, è stato Antonio Calello, il
fratello della sua nuova compagna.
Alla base del gesto, i maltrattamenti di Tirino nei confronti della
fidanzata: i due, riporta l'Ansa, si frequentavano da pochi mesi, ma
l'uomo, dall'inizio della relazione, la picchiava e vessava
costantemente.
La ragazza, una venticinquenne di Legnano, l'aveva
denunciato il 25 settembre, solo due giorni prima dell'omicidio. Il
compagno l'aveva picchiata di nuovo e - scrive La Stampa - era stato necessario l'intervento del 118.
Il fratello, però, ha deciso di non aspettare i tempi della
giustizia: ha raggiunto l'uomo in strada e gli ha sparato.
Subito dopo è
scappato, nascondendo la sua macchina in una carrozzeria nell'alto
milanese.
Gli inquirenti l'hanno fermato perché erano sulle sue tracce dopo
aver visualizzato le immagini delle telecamere di sorveglianza che erano
nei pressi del luogo del delitto. Determinanti per la risoluzione del
caso le testimonianze di amici e conoscenti della coppia.
A casa di Calello, i carabinieri hanno trovato tre proiettili
identici a quelli usati per uccidere Tirino, nella tasca dei suoi
pantaloni.
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