Quattro gli arresti eseguiti, sequestri preventivi per equivalente e 15 perquisizioni nei confronti degli indagati che hanno impegnato oltre 40 finanzieri del comando provinciale di Viterbo. I reati contestati, dal procuratore di Civitavecchia Andrea Vardaro e dal pm Alessandra D’Amore sono estorsione, sequestro di persona e sfruttamento e minacce ai danni di lavoratori.
I lavoratori, spiegano i finanzieri, venivano pagati con una retribuzione oraria di molto inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di lavoro per i metalmeccanici ossia circa 3,90 euro a fronte di un importo previsto non inferiore agli 8,28 euro. Le ore di straordinari venivano pagate in modo irrisorio (circa 2 euro) o addirittura, in alcuni casi, non venivano pagate.
Inoltre, fin dalla stipula del contratto di assunzione “part time”, gli arrestati richiedevano ai dipendenti di sottoscrivere contratti che prevedevano attività lavorativa per sole quattro ore al giorno, a fronte delle effettive otto/dieci ore giornaliere pretese e li obbligavano a sottoscrivere, per avere maggior potere ricattatorio, lettere di licenziamento in bianco, rinvenute dai finanzieri nello studio del consulente del lavoro.
Nel corso delle indagini è venuta alla luce anche “un’ingente truffa ai danni dell’Inps. Infatti ogni due-tre anni i lavoratori venivano licenziati da un soggetto economico e contestualmente assunti da un altro soggetto economico, comunque riconducibile e gestito dagli stessi arrestati”. Oltre un milione e 200mila euro il profitto dei reati di cui circa 140.000 euro, corrispondente ai mancati versamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali nonché ai fittizi licenziamenti/assunzioni, sono stati sottoposti a sequestro preventivo.
L’intero complesso aziendale è stato affidato alla gestione di un amministratore giudiziario, nominato dal Tribunale di Civitavecchia, a tutela delle posizioni lavorative. Due degli arrestati sono finiti in carcere, due ai domiciliari. Il consulente del lavoro che suggeriva le manovre fraudolente, dopo essere stato interdetto dall’esercizio dell’attività professionale, ha ricevuto la notifica del provvedimento cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
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