domenica 11 giugno 2017

La lezione di Corbyn: moneta per il popolo, non solo per le banche.

enrico-grazziniImpariamo da Jeremy Corbyn, il leader laburista inglese. Moneta per il popolo, e non solo soldi per le banche! Se le forze progressiste, il Movimento 5 Stelle e la frammentata e confusa sinistra italiana, volessero davvero tentare di vincere le prossime decisive battaglie sociali ed elettorali, dovrebbero prima di tutto proporre soluzioni concrete per difendere i redditi delle famiglie impoverite da dieci anni di feroce austerità. Per rilanciare l'occupazione e l'economia, dovrebbero inserire nel loro programma l'emissione massiccia di moneta fiscale gratuita a favore soprattutto delle famiglie più disagiate, del ceto medio impoverito, degli investimenti pubblici e sociali e degli investimenti produttivi.

micromega ENRICO GRAZZINI 

Partiamo da un fatto clamoroso: se, invece di distribuire alle banche con il Quantitative Easing 2,2 triliardi (migliaia di miliardi), la Banca Centrale Europea presieduta da Mario Draghi avesse assegnato questa gigantesca montagna di soldi ai 320 milioni di cittadini dell'eurozona (compresi i bambini) saremmo usciti subito dalla crisi e l'Europa avrebbe ripreso immediatamente la strada del benessere. Ogni cittadino avrebbe ricevuto in media 202 euro al mese per ognuno dei 34 mesi previsti dal Q.E. (da marzo 2015 a dicembre 2017). Con un aumento del reddito medio di 202 euro al mese, la domanda avrebbe trainato l'economia e l'occupazione sarebbe cresciuta rapidamente. Non ci sarebbe stata nessuna austerità: l'eurozona sarebbe uscita subito dalla depressione e sarebbe diventata più prospera e meno diseguale. Invece la BCE di Draghi ha riempito di denaro fresco le casse delle banche, e queste hanno trattenuto enormi quantità di soldi per sanare i loro bilanci, o li hanno investiti nei mercati finanziari e nei titoli di stato (cioè nel debito degli stati). La bolla speculativa sta crescendo ma l'economia e l'occupazione piangono.

Jeremy Corbyn, il capo laburista che nella gara elettorale è riuscito a contrastare efficacemente la premier Theresa May, è stato il primo leader di sinistra a proporre che la Banca Centrale stampi moneta per finanziare le banche pubbliche e per avviare investimenti pubblici a favore della società. Moneta per il popolo, non solo per le banche.
Quella di Corbyn è una versione del cosiddetto Helicopter Money. L'immagine è chiara: gettare soldi dal cielo come una manna a beneficio di tutti. Helicopter Money significa in realtà che la banca centrale dovrebbe stampare moneta e assegnarla direttamente ai cittadini. Il concetto è stato inventato da J. M. Keynes che, per risolvere la trappola della liquidità, propose una famosa metafora: mettere denaro nelle buche e regalarlo, facendolo disseppellire dai primi che lo trovano. L'idea è stato poi ripresa da Milton Friedman (l'inventore dell'espressione helicopter money) e più recentemente dall'ex governatore della Federal Reserve Statunitense: Ben Bernanke.
Ovviamente la BCE di Draghi non farà mai dell'Helicopter Money. La Germania infatti preferisce l'austerità all'abbondanza. Il governo tedesco è assolutamente contrario all'HM non solo perché l'HM aumenterebbe la liquidità – e quindi l'inflazione – ma soprattutto perché l'inflazione andrebbe a vantaggio dei paesi debitori, e non delle grandi banche tedesche ed europee che vivono sui debiti altrui. Per la BCE l'emissione di moneta deve quindi rimanere prerogativa esclusiva del sistema bancario a favore dello stesso sistema bancario. Così la moneta diventa un bene privato, invece di circolare come bene pubblico, come dovrebbe. Così la moneta alimenta la finanza e non l'economia reale, come dovrebbe.
Il monopolio bancario e la privatizzazione della moneta – la quale è invece fondamentalmente un bene pubblico – sono alla base del sistema capitalistico e sono anche la causa principale delle ricorrenti e continue crisi finanziarie.
In questa situazione che cosa può proporre la sinistra? Luciano Gallino su Micromega aveva indicato la via: occorre emettere moneta pubblica e non solo moneta privata. La sinistra potrebbe proporre che sia lo stato a creare e ad assegnare gratuitamente alle famiglie e agli enti pubblici, e anche alle imprese produttrici di beni e servizi, un nuovo tipo di moneta: la moneta fiscale.
La Moneta Fiscale è semplicemente un titolo di stato emesso dal Tesoro che dà diritto a godere di sgravi fiscali, ma solo dopo 2-3 anni dall'emissione. In sostanza: il governo ti assegna un Titolo di Sconto Fiscale, TSF, pari a 100 euro e dopo 2-3 anni avrai diritto a uno sgravio fiscale di 100 euro.
Il TSF ha una particolarità: è immediatamente monetizzabile e si trasforma subito in crescita dei redditi e della capacità di spesa. I TSF infatti, proprio come i Bot e i CCT, sono titoli negoziabili sul mercato finanziario e possono essere ceduti immediatamente in cambio di euro. L'altra importantissima particolarità dei TSF è che verranno assegnati gratuitamente a famiglie, imprese e enti pubblici. L'obiettivo strategico è che l'aumento della liquidità e della domanda traini la crescita della produzione e l'uscita dalla crisi. Non a caso il progetto prevede che il governo italiano emetta TSF in maniera massiccia, ovvero per qualche decina di miliardi di euro nell'arco di un triennio.
La proposta, di stampo keynesiano, è semplice da comprendere. Se manca la liquidità, se mancano i soldi per fare la spesa, se non c'è domanda, la produzione e gli investimenti cadono. Se con la moneta fiscale si immette liquidità e riprende la domanda, riprendono anche la produzione e gli investimenti. L'economia ricomincia a crescere grazie al nuovo ossigeno monetario. Così il debito pubblico finalmente diminuisce in rapporto al PIL.
La Moneta Fiscale ha un altro vantaggio decisivo: si può fare senza uscire dall'eurozona. Sul piano istituzionale la manovra è perfettamente in linea con i trattati europei poiché i TSF sono titoli di stato e non sono una moneta alternativa alla moneta legale (l'euro). I TSF sono titoli di sconto fiscale, e in campo fiscale ogni stato è (per fortuna!) sovrano. La UE non può obiettare nulla sul fisco se non c'è deficit: ma i TSF non producono deficit perché il governo emittente non s’impegna a rimborsarli in euro ma soltanto a concedere futuri sconti sulle tasse. Inoltre, dopo 2-3 anni dalla loro emissione, quando i TSF potranno essere utilizzati per ridurre il pagamento delle tasse, la crescita del PIL avrà prodotto nuovo gettito fiscale, e questo  compenserà il costo dei TSF.
Grazie alla moneta fiscale l'economia riprenderebbe a correre e la nostra democrazia, il Parlamento, la Politica e i cittadini riconquisterebbero potere e dignità rispetto a poteri finanziari che speculano sulle monete e sui debiti pubblici a danno delle popolazioni.
Enrico Grazzini
(9 giugno 2017)

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