dinamopress Gruppo Audit – Decide Roma
Massimo Troisi l'avrebbe definito "un calesse", altro che ristrutturazione del debito. Mentre la Giunta Raggi discute delle briciole, seguendo i diktat di Cassa Depositi e Prestiti (principale creditore di Roma Capitale), Decide Roma avanza una proposta chiara ed efficace: audit indipendente sul debito pubblico, disobbedienza ai vincoli finanziari imposti.
L’Assemblea
Capitolina ha da pochi giorni (25 maggio) approvato un provvedimento
sulla gestione del debito (Delibera n° 26/2017). L’Assessore Mazzillo,
nel presentare il dispositivo contenuto nella delibera, tronfio di
orgoglio, con un pizzico di solennità e senza misurare l’enfasi delle
sue parole, si è rivolto «a coloro i quali hanno desiderato e
profondamente voluto questa azione di rinascita della città».
Voleva
fare intendere che con questa prima azione si iniziava a chiudere il
cerchio con le promesse della campagna elettorale, quando i five stars andavano dicendo in giro che con loro sarebbe cambiata la gestione politica del debito cittadino.
Confessiamo
che nell’ascoltare il primo minuto di questo intervento siamo stati
anche noi tentati ingenuamente di pensare: vuoi vedere che a sto giro
questi hanno trovato il coraggio di prendere una decisione politica
sensata? Poi, andando avanti nell’ascolto della relazione e soprattutto
iniziando a leggere i documenti, l’incredulità ha lasciato il posto al
rituale refrain di questi tempi duri: anche a sto giro mai una gioia! Insomma,
quello che prima pensavi fosse una rinegoziazione del debito capisci
che in realtà è solo un calesse, per parafrasare il genio di Massimo
Troisi. Potremmo sarcasticamente liquidarla così questa vicenda, se la
questione del debito, della gestione politica della finanza locale, non
fosse dannatamente centrale. Allora andiamo con ordine e proviamo a
capire cosa è successo.
Quando la ristrutturazione del debito viene dalle banche
Va
innanzitutto chiarito sin da subito che questa maggioranza non ha preso
nessuna autonoma iniziativa politica volta a rinegoziare il debito
contratto con Cassa Depositi e Prestiti (CDP) - il principale creditore
del debito di Roma. Semmai è successo esattamente il contrario, ossia,
che CDP ha promosso un programma di ristrutturazione del debito
rivolgendosi a tutti gli Enti Locali (Circolare 1287 del 12 aprile
2017). Roma Capitale si è appena limitata ad aderire al programma, come
avranno fatto altri comuni. Vi starete chiedendo legittimamente: non è
la stessa cosa? L’importante non è che si ristrutturi comunque il
debito? Ovviamente non è affatto così. La ristrutturazione del debito
per un istituto finanziario come CDP ha uno scopo preciso, profondamente
diverso da quello che potrebbero avere i comuni, ossia quello di
rendere più sostenibile i propri crediti, riducendo l’incidenza del
rischio di insolvenza presso i suoi debitori. La crisi economica,
l’aumento dell’evasione fiscale, nonché l’austerità e la ferrea
disciplina di bilancio hanno fatto registrare nel 2017 una rilevante
crescita del numero di comuni in dissesto finanziario. È questo il
contesto nel quale CDP ha deciso di avviare questo programma. Si tratta
della stessa iniziativa che anche le banche private praticano nelle fasi
di crisi (come questa attuale), quando il tasso (o il rischio) di
insolvenza cresce esponenzialmente. La rinegoziazione serve
principalmente alle banche (compresa CDP) per fare in modo che il
creditore possa continuare a pagare, dunque che la "catena del debito
non si spezzi".
La
proposta che CDP rivolge a tutti gli Enti Locali riguarda
sostanzialmente la possibilità di posticipare nel 2017 il pagamento
della quota capitale di alcuni mutui/prestiti contratti con l’istituto.
In questo modo, nell’anno in questione, il comune avrebbe a disposizione
nuovi margini per le proprie spese. Ma capirete bene che si tratta
evidentemente di un sostanziale artificio contabile. D’altro canto le
ristrutturazioni dei debiti promosse dalle banche è chiaro che non hanno
nulla a che fare con le rinegoziazioni promosse eventualmente dai
comuni o da altre istituzioni, che devono avere lo scopo politico di
tagliare intere poste di debito illegittimo e non solo quello di
posticipare i pagamenti.
Cosa propone il Comune di Roma Capitale?
La
delibera 26 del 2017 fa riferimento esclusivamente alla gestione
ordinaria del debito di Roma e non prende in considerazione il debito
nella sua interezza (escludendo il debito commissariale). Roma Capitale
chiede a CDP di ristrutturare una serie di posizioni debitorie che
ammontano a 537 milioni di debito (quasi la totalità dei mutui di
gestione ordinaria contratti con CDP, che nel 2015 ammontavano a circa
580 milioni di euro). Se CDP dovesse accettare, e ripetiamo se (poiché
ciò non è assolutamente detto), il comune nel 2017 risparmierà (solo
temporaneamente) il pagamento di circa 9.865.221 di euro di quote
capitale, grazie all’opzione della posticipazione dei pagamenti.
È
irragionevole sul piano economico e profondamente inaccettabile su
quello politico, che questa maggioranza continui a ripetere che non ha
nessuna responsabilità sul debito commissariale. L’elementare e patetica
tattica politicista è quella di voler dimostrare che il debito
commissariale – ossia oltre il 90% del debito totale di Roma – è di
responsabilità esclusiva del governo centrale. Come se i vincoli della
gestione commissariale del debito non ricadessero sulla gestione
ordinaria della finanza locale, obbligando per esempio, questa stessa
maggioranza ad approvare per il 2017-2019 il pessimo bilancio di
previsione pieno di tagli che come Decide Roma abbiamo già ampiamente
discusso.
Infine,
se si considera il debito nella sua interezza, come giusto che sia,
cosa si ha? Tanto per dare una misura, si ha che i 9 milioni circa di
risparmio eventuale del 2017 corrispondono ad appena il 2,75% del totale
(gestione ordinaria e commissariale) delle quote di capitale pagate
precedentemente nel 2014 (ultimo dato disponibile; pari a 359 milioni di
euro). Capirete bene: un’operazione quasi irrilevante e decisamente al
di sotto delle reali necessità politiche ed economiche.
Cosa propone Decide Roma?
Pensiamo,
come abbiamo avuto modo di ripetere altre volte, che è innanzitutto
fondamentale istituire un Audit indipendente sulla gestione del debito.
Un’istituzione autonoma e radicalmente democratica in grado di
promuovere una inchiesta sul debito, allo scopo di individuare le poste
illegittime. In questi mesi come Decide Roma abbiamo costruito diverse
iniziative pubbliche dell’Audit, portando avanti la nostra autonoma
inchiesta sul debito della città e sulla gestione dei servizi pubblici
fondamentali.
È
necessario che la città di Roma si faccia promotrice, insieme ad altri
comuni (italiani ed europei), di una reale iniziativa di rinegoziazione
del debito (contratto con CDP e istituiti privati), volta a ridurre
definitivamente la massa di debito, liberando così risorse per
finanziare i carenti servizi delle città.
Le
città devono essere lo spazio a partire dal quale è possibile
ipotizzare delle azioni di disobbedienza rispetto ai vincoli finanziari
imposti da questa governance europea e dalle politiche di rigore dei
governi nazionali.
Lo ripetiamo ancora, anche sulla finanza pubblica locale Decide Roma, decide la città!
Fonte: Decide Roma
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