Intervento di Eliana Como
controlacrisi.org
Oggi
a Roma c’è stata una bella manifestazione. Un segnale positivo contro
l’arroganza di Renzi e Gentiloni e contro un parlamento che ha permesso
la riproposizione dei voucher, dopo la sospensione dei referendum.
Un segnale positivo, ma insufficiente e senza una prospettiva per l’indomani.
Tanto più dopo l’attacco di ieri, c’era una sola cosa che la Segretaria della Cgil doveva dire dal palco con assoluta chiarezza: giù le mani dal diritto di sciopero, senza se e senza ma!!!
Invece ha parlato dei disagi dei cittadini, della frammentazione dei sindacati, delle regole da rispettare. E soprattutto non ha dato a quella piazza nessuna concreta prospettiva di lotta per il futuro.
Due anni fa abbiamo interrotto le lotte, prima sul Jobs act, poi sulla Buonascuola. La strada di contrasto contrattuale è stata fallimentare in tutti i ccnl, tanto più negli integrativi aziendali. Alla fine, anche la strategia referendaria si è tristemente arenata.
Senza conflitto sociale non si ferma questa politica padronale, nemmeno con tutte le firme che si sono raccolte in questi anni. Serve subito riprendere le mobilitazioni e unificare le diverse lotte nel paese, a cominciare da quella dei rinnovi del pubblico impiego e della conoscenza, che partono sotto il pessimo segno di una “riforma Madia” che conferma, ed anzi peggiora, il Testo Unico e la legge Brunetta.
Servono scioperi con obiettivi chiari e la necessaria determinazione per perseguirli.
Una bella piazza, quindi, peccato solo, parafrasando la brutta battuta di Renzi, che non fosse venerdì e non fosse sciopero generale.
Questa sarebbe l’unica prospettiva credibile: riprendere il conflitto sociale e, finalmente, costruire lo sciopero generale.
*coordinatrice dell'opposizione in Cgil "Il sindacato è un'altra cosa"
Tanto più dopo l’attacco di ieri, c’era una sola cosa che la Segretaria della Cgil doveva dire dal palco con assoluta chiarezza: giù le mani dal diritto di sciopero, senza se e senza ma!!!
Invece ha parlato dei disagi dei cittadini, della frammentazione dei sindacati, delle regole da rispettare. E soprattutto non ha dato a quella piazza nessuna concreta prospettiva di lotta per il futuro.
Due anni fa abbiamo interrotto le lotte, prima sul Jobs act, poi sulla Buonascuola. La strada di contrasto contrattuale è stata fallimentare in tutti i ccnl, tanto più negli integrativi aziendali. Alla fine, anche la strategia referendaria si è tristemente arenata.
Senza conflitto sociale non si ferma questa politica padronale, nemmeno con tutte le firme che si sono raccolte in questi anni. Serve subito riprendere le mobilitazioni e unificare le diverse lotte nel paese, a cominciare da quella dei rinnovi del pubblico impiego e della conoscenza, che partono sotto il pessimo segno di una “riforma Madia” che conferma, ed anzi peggiora, il Testo Unico e la legge Brunetta.
Servono scioperi con obiettivi chiari e la necessaria determinazione per perseguirli.
Una bella piazza, quindi, peccato solo, parafrasando la brutta battuta di Renzi, che non fosse venerdì e non fosse sciopero generale.
Questa sarebbe l’unica prospettiva credibile: riprendere il conflitto sociale e, finalmente, costruire lo sciopero generale.
*coordinatrice dell'opposizione in Cgil "Il sindacato è un'altra cosa"
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