giovedì 15 giugno 2017

Abbellire il grattacielo, spendendo poco. La strage di Londra

 
Una delle metropoli più grandi del pianeta. Vecchia potenza coloniale, ma multietnica e multirazziale, legata ad una rigida etichetta vittoriana ma da sempre fucina di mode trasgressive. Anche l’urbanistica del capitale non sfugge alle contraddizioni e in uno dei quartieri più lussuosi di Londra, l’area di Kensington, dove c’è il grande magazzino più antico del mondo, Harrod’s, e dove vivono gli sceicchi arabi, crescono anche i grattacieli delle case popolari, dove gli abitanti vivono con la Social Security. E qui la contraddizione si concretizza. Si può anche costruire con materiali non ignifughi ed economici, l’importante è che l’estetica del grattacielo, l’aspetto non disturbi. Poi può anche bruciare…

Il materiale scelto per rivestire la Grenfell Tower, causa dell’incendio dell’ edificio, era stato scelto per «migliorare l’estetica» del blocco di appartamenti di Kensington.
Gli urbanisti che si sono occupati del progetto hanno candidamente dichiarato che i materiali sono stati scelti anche per l’economicità del prodotto.
Lo scorso anno il condominio popolare era stato ristrutturato, e, per ricoprire le pareti esterne, si era utilizzato quel materiale che oggi ha favorito il propagarsi delle fiamme. La Torre si erge tra l’area tutelata di Avondale a sud e quella di Ladbroke, ad est; la ristrutturazione si era resa necessaria per rendere l’aspetto dell’edificio “più gradevole”, tale da integrarlo maggiormente nella parte più lussuosa del quartiere, quella di Nord Kensington.
Secondo la documentazione riguardante i lavori, il materiale doveva servire anche per isolare termicamente l’edificio, ma era stato scelto perché estremamente economico e si è poi rivelato essere anche particolarmente infiammabile.
Nel documento, datato 2014, si legge testualmente che, «la torre, per la sua altezza, è visibile dalle aree più lussuose… quindi si rendono necessari dei cambiamenti, soprattutto per migliorare il suo aspetto». In altra parte del rapporto si legge anche che i materiali sono stati scelti «in accordo con il piano di sviluppo dell’area che deve preservare un carattere ed un aspetto dignitosi, pur preservando le condizioni di vita dei residenti».
Al documento sono allegate una serie di condizioni. Fra queste il Consiglio di Distretto aveva assicurato che il materiale utilizzato sarebbe stato anche isolante, così da tenere fuori dall’edificio suono e freddo. La parte centrale del documento svela però i veri
intenti della ristrutturazione: «Il disegno dello schema tiene in piena considerazione le richieste e le aspettative di una politica dell’abitabilità, in cui si crei una condizione ambientale più ampia che conviva in un luogo coerente».
La compagnia responsabile di questa speculazione, è la Rydon.
Un leader del Consiglio di Distretto, Nick Paget-Brown lodò tutto questo ammodernamento esteriore, senza mai citare le migliorie tecniche e soprattuto mai considerando il costo (8.6 milioni di sterline) dell’intera opera.
Ma, sulla scia di queste rassicurazioni, la Consigliera Judith Blakeman, che vive a pochi isolati di distanza dalla zona del disastro, si fa molte domande che fanno riflettere: «la ristrutturazione è stata terminata appena un anno fa, ma la copertura esterna è venuta giù in un attimo, come una sottoveste; l’incendio, poi, ha divampato per ore, tanto che alle 5 del mattino, quando mi sono svegliata, i vicini mi hanno detto che il tutto era iniziato intorno all’una».
Secondo le dichiarazioni di un esperto – l’ispettore dei vigili del fuoco Arnold Tarling, di Hindwoods – questo tipo di materiali, usati regolarmente per raffreddare ed abbellire gli edifici, possono trasformarsi in una specie di camino, creando una cavità, un’intercapedine di 25/30 mm tra la cavità isolata e la copertura esterna; qui si crea come un tunnel del vento, che intrappola tutto il materiale infiammabile; alla fine ti trovi ad avere una cavità con un fuoco che cova dentro… All’improvviso può accendersi e propagarsi immediatamente».
Infine, va riferita l’opinione di Angus Law del BRE, il Centro per la prevenzione degli incendi nelle opere pubbliche dell’Università di Edinburgo: «I media ci dicono che incendi di questo tipo succedono molto spesso in diverse parti del mondo… I regolamenti britannici sugli edifici di una certa altezza, assicurano che in caso di incendio, le fiamme si propaghino il meno possibile da piano a piano o da appartamento ad appartamento… se questo succede, come nel caso della Grenfell Tower, è una catastrofe»,
fonti: The Indipendent, The Guardian

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