Una delle metropoli più grandi del pianeta. Vecchia
potenza coloniale, ma multietnica e multirazziale, legata ad una rigida
etichetta vittoriana ma da sempre fucina di mode trasgressive. Anche
l’urbanistica del capitale non sfugge alle contraddizioni e in uno dei
quartieri più lussuosi di Londra, l’area di Kensington, dove c’è il
grande magazzino più antico del mondo, Harrod’s, e dove vivono gli
sceicchi arabi, crescono anche i grattacieli delle case popolari, dove gli abitanti vivono con la Social Security. E qui la contraddizione si concretizza. Si
può anche costruire con materiali non ignifughi ed economici,
l’importante è che l’estetica del grattacielo, l’aspetto non disturbi. Poi può anche bruciare…
Il
materiale scelto per rivestire la Grenfell Tower, causa dell’incendio
dell’ edificio, era stato scelto per «migliorare l’estetica» del blocco
di appartamenti di Kensington.
Gli
urbanisti che si sono occupati del progetto hanno candidamente
dichiarato che i materiali sono stati scelti anche per l’economicità del
prodotto.
Lo scorso anno il condominio popolare era stato ristrutturato, e, per ricoprire le pareti esterne, si era utilizzato quel
materiale che oggi ha favorito il propagarsi delle fiamme. La Torre si
erge tra l’area tutelata di Avondale a sud e quella di Ladbroke, ad est;
la ristrutturazione si era resa necessaria per rendere l’aspetto
dell’edificio “più gradevole”, tale da integrarlo maggiormente nella
parte più lussuosa del quartiere, quella di Nord Kensington.
Secondo
la documentazione riguardante i lavori, il materiale doveva servire
anche per isolare termicamente l’edificio, ma era stato scelto perché
estremamente economico e si è poi rivelato essere anche particolarmente
infiammabile.
Nel
documento, datato 2014, si legge testualmente che, «la torre, per la
sua altezza, è visibile dalle aree più lussuose… quindi si rendono
necessari dei cambiamenti, soprattutto per migliorare il suo aspetto».
In altra parte del rapporto si legge anche che i materiali sono stati
scelti «in accordo con il piano di sviluppo dell’area che deve
preservare un carattere ed un aspetto dignitosi, pur preservando le
condizioni di vita dei residenti».
Al
documento sono allegate una serie di condizioni. Fra queste il
Consiglio di Distretto aveva assicurato che il materiale utilizzato
sarebbe stato anche isolante, così da tenere fuori dall’edificio suono e
freddo. La parte centrale del documento svela però i veri
intenti
della ristrutturazione: «Il disegno dello schema tiene in piena
considerazione le richieste e le aspettative di una politica
dell’abitabilità, in cui si crei una condizione ambientale più ampia che
conviva in un luogo coerente».
La compagnia responsabile di questa speculazione, è la Rydon.
Un
leader del Consiglio di Distretto, Nick Paget-Brown lodò tutto questo
ammodernamento esteriore, senza mai citare le migliorie tecniche e soprattuto mai considerando il costo (8.6 milioni di sterline) dell’intera opera.
Ma,
sulla scia di queste rassicurazioni, la Consigliera Judith Blakeman,
che vive a pochi isolati di distanza dalla zona del disastro, si fa
molte domande che fanno riflettere: «la ristrutturazione è stata
terminata appena un anno fa, ma la copertura esterna è venuta giù in un
attimo, come una sottoveste; l’incendio, poi, ha divampato
per ore, tanto che alle 5 del mattino, quando mi sono svegliata, i
vicini mi hanno detto che il tutto era iniziato intorno all’una».
Secondo
le dichiarazioni di un esperto – l’ispettore dei vigili del fuoco
Arnold Tarling, di Hindwoods – questo tipo di materiali, usati
regolarmente per raffreddare ed abbellire gli edifici, possono
trasformarsi in una specie di camino, creando una cavità,
un’intercapedine di 25/30 mm tra la cavità isolata e la copertura
esterna; qui si crea come un tunnel del vento, che intrappola tutto il
materiale infiammabile; alla fine ti trovi ad avere una cavità con un
fuoco che cova dentro… All’improvviso può accendersi e propagarsi immediatamente».
Infine,
va riferita l’opinione di Angus Law del BRE, il Centro per la
prevenzione degli incendi nelle opere pubbliche dell’Università di
Edinburgo: «I media ci dicono che incendi di questo tipo succedono molto
spesso in diverse parti del mondo… I regolamenti britannici sugli
edifici di una certa altezza, assicurano che in caso di incendio, le
fiamme si propaghino il meno possibile da piano a piano o da
appartamento ad appartamento… se questo succede, come nel caso della
Grenfell Tower, è una catastrofe»,
fonti: The Indipendent, The Guardian
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