venerdì 7 agosto 2015

Grecia, tra povertà e migranti avanza lo spettro di una crisi umanitaria


 controlacrisi fabrizio salvatori
Sono oltre280.000 persone in Grecia hanno presentato domanda per ottenere aiuti alimentari tramite il Fondo per il sostegno europeo agli indigenti (Fead). La Fead agisce a sostegno delle iniziative dei Paesi dell'Ue per fornire assistenza materiale ai più bisognosi che comprende generi alimentari, vestiti e altri beni di prima necessità come i prodotti per l'igiene personale.
Le richieste sono così in aumento che la scadenza per le domande è stata prorogata al 26 agosto. L'Istituto Nazionale per il Lavoro e le Risorse Umane, che ha il compito di coordinare l'erogazione dei finanziamenti in Grecia sotto l'egida del ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, ha reso noto di aver ricevuto più di 130.742 richieste - che riguardano in tutto oltre 280mila persone - per essere inseriti in un programma alimentare avviato da metà luglio.
Di queste richieste, 50.226 sono state presentate da individui e il resto da enti pubblici, organizzazioni non governative e associazioni di beneficenza che rappresentano persone in stato di bisogno.

Secondo l'ultimo rapporto redatto dalla Confederazione generale dei lavoratori greci (Gsee, il principale sindacato ellenico),in Grecia quasi la metà della popolazione (4 su 10) vive sotto la soglia di povertà. Il numero dei disoccupati è quadruplicato,
passando da 364mila nel terzo trimestre del 2008 a un milione e 340mila nel primo trimestre del 2014. Dall'altra parte, però,chi un lavoro ce l'ha è costretto ad accettare il part time involontario, ovvero una delle tante forme di lavoro nero che riducono fortemente la busta paga senza di fatto diminuire le ore di lavoro. Lo studio del sindacato rileva che il numero degli occupati
part-time sta costantemente guadagnando terreno: la loro percentuale è aumentata in modo significativo passando da circa
il 6% del 2009 al 10% nel 2014, mentre la percentuale di persone che lavorano part-time involontario Š schizzata quasi al 70%.

Intanto, Save the Children lancia l’allarme sul fonte dei bambini rifugiati e migranti che in Grecia sono ad alto rischio di sfruttamento, abuso e malattie a causa del collasso del sistema ufficiale di accoglienza. Nel Rapporto di valutazione dei bisogni dei rifugiati e migranti in Grecia, l’organizzazione umanitaria sottolinea che nel solo mese di giugno sono giunti sulle isole 4.270 bambini, 86 dei quali non accompagnati, e che di qui alla fine dell'anno i migranti che giungeranno in Grecia potranno arrivare a 200.000.
Il sistema di accoglienza ufficiale è sopraffatto, spiega l'ong: la fornitura di cibo, acqua, medicine e di un posto sicuro dove dormire è molto al disotto delle necessità dei migranti. Sono nove i "Centri di prima accoglienza", ma per la mancanza di finanziamenti solo uno funziona come tale mentre gli altri assomigliano più a centri di detenzione, dal momento che bambini e adulti non possono uscire e inoltre sono privi di servizi basici. I bambini più vulnerabili, in particolare quelli che dormono fuori da soli o che si ritrovano bloccati in grandi gruppi di adulti nei sovraffollati centri di detenzione, sono a rischio di tratta, sfruttamento sessuale e abusi. Mentre i neonati e i bambini più piccoli sono particolarmente a rischio di malattie, scottature, colpi di calore e disidratazione.

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