Insomma, chi ha cercato di far argine all'onda fangosa del malgoverno e del malcostume, nella mente confusa del premier, destra e/o sinistra, bersluconiani e/o antiberlusconiani, sono tutti equamente responsabili del degrado.
Sì, è pur vero che, come affermava Mounier, "la preoccupazione morbosa della coscienza senza macchia finisce col soffocare in chi ne è abitato il senso autentico dello spirituale", nel nostro caso della correttezza. Ma ciò non può indurre nessuno, tanto meno un "leader democratico", a fare di tutt'erba un fascio e ad accomunare, in una laida confusione, comandanti a comandati, padroni e servi, ladri e gendarmi: questi non del tutto innocenti, ma quelli pienamente colpevoli.
È pur vero che la Sinistra avrebbe dovuto e potuto fare di più, invece che coartarsi nel doppio gioco della pubblica denuncia e della muta accondiscendenza. Resta comunque il fatto che, come denuncia Piero Ignazi, "quasi tutti gli indicatori socio-economici e culturali di questi vent'anni, messi a confronto con quelli degli altri paesi dell'Ue, per non dire del G7, mostrano una perdita di terreno. E in più, è stato inquinato lo spirito civico di questo Paese".
Se l'antiberlusconismo ha una colpa, essa è quella di essere stato poco "anti". Ciò contro la colpa del premier, questa più che certa, che è quella di non essere stato nemmeno "anti": assente e silente!
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