Non vuole criticare il governo, perché chi ha quella responsabilità "deve essere lasciato in pace". Ma Romano Prodi qualche stilettata nei confronti di Matteo Renzi non se la risparmia.
Non cita mai il premier, ma il riferimento al social network più amato all'ex rottamatore è evidente.
E un altro sassolino dalla scarpa se lo toglie sollecitato sull'analisi che Renzi ha svolto davanti la platea del Meeting di Rimini, secondo cui l'Italia ha vissuto vent'anni di stallo tra i tifosi del berlusconismo e quelli dell'antiberlusconismo. Vent'anni nei quali il Professore ha guidato il centrosinistra, oltre a sedere per due volte sulla poltrona di Palazzo Chigi. "Lui parla di vent'anni di stallo? Allora 'l s'è sbajè..." chiosa caustico Prodi.Su quest'ultimo argomento replica più diffusamente quell'Arturo Parisi che di Prodi è stato consigliere e braccio destro. "Ad affossarci furono le divisioni interne, non il consenso degli elettori", spiega in un'intervista concessa a L'Unità. "La memoria - spiega replicando alle parole del premier, fa spesso brutti scherzi. Riconduce al prima cose che vengono dopo, trasformando spesso gli effetti in cause. Però capisco che parlando ai ciellini, che sono stati colonna portante del berlusconismo, era forte la tentazione di alleggerire le loro responsabilità...".
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