domenica 30 agosto 2015

Carceri, si abbassa l'età media dei suicidi. E sempre più sono migranti. Un ergastolano: "Qui la vita è un lusso".

Un giovane detenuto italiano si è impiccato due giorni fa nel carcere di Gela, in provincia di Caltanissetta. Ne dà notizia l'associazione Ristretti orizzonti. Gli restavano meno di due anni di pena, relativi a una condanna per detenzione di droga e ricettazione, ma dopo il fallimento di un affidamento in prova ai servizi sociali gli era preclusa la possibilità di avere misure alternative al carcere.

controlacrisi.org fabio sebastiani
Con la sua morte salgono a 31 i detenuti che si sono tolti la vita da inizio 2015, "un numero - sottolinea Ristretti orizzonti - 'in linea' con quello degli ultimi anni, mentre si nota un importante abbassamento dell'età dei detenuti che si sono tolti la vita
quest'anno: avevano 37 anni di media, rispetto ai 41 registrati nell'ultimo quindicennio dal dossier 'Morire di carcere'".
"Da segnalare anche un aumento dei suicidi tra i detenuti stranieri: nel 2015 - osserva l'associazione - sono il 30% del totale, a fronte del 15% registrato nella serie storica e per la prima volta dall'inizio delle nostre rilevazioni il tasso suicidario degli stranieri (che rappresentano il 28% dell'intera popolazione detenuta) supera quello che si registra tra gli italiani".

Solo nell’ultimo mese, però, i suicidi sono stati ben sei. Carmelo Musumeci, condannato all'ergastolo ostativo e detenuto nel carcere di Padova, ricorda i suicidi avvenuti ad agosto negli istituti di Roma Regina Coeli, Terni, Teramo, Pisa, Alba e Carinola.
"I detenuti - sottolinea - conducono la vita più 'sicura' al mondo, forse anche perch‚ è difficile che facciano un incidente stradale. Eppure i dati dicono che si tolgono la vita e muoiono più delle persone libere. Nessuno però dice nulla del fatto che hanno buoni motivi per farlo perché‚ il carcere in Italia non insegna molte cose, ma una cosa la sa fare molto bene, sa 'convincerti' a toglierti la vita".
"E ammazzarsi non è affatto una domanda, ma una risposta perché‚ per un detenuto a volte è più importante morire che vivere, per mettere fine allo schifo che ha intorno. Purtroppo spesso - aggiunge - in prigione la vita è un lusso che non ti puoi permettere e per smettere di soffrire non puoi fare altro che arrenderti".
"Il Ministro della giustizia Andrea Orlando da poco ha istituito gli Stati generali sull'esecuzione della pena. Sono stati formati diciotto tavoli e sono state coinvolte personalità del mondo della cultura, della magistratura, del volontariato, della politica e dell'amministrazione penitenziaria. Spero - conclude Musumeci - che qualcuno di loro si domandi perché‚ molti detenuti in Italia preferiscono morire piuttosto che vivere".

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