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C'erano 450 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi in un capannone industriale abbandonato a San Gillio, nel Torinese, alle porte del capoluogo e a ridosso del centro abitato. A scoprire la "terra dei fuochi" piemontese sono stati i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Torino. I finanzieri hanno notato sul piazzale, visibile anche dall'esterno, "cumuli disomogenei" di rifiuti in evidente stato di abbandono. Dopo aver individuato il proprietario e l'utilizzatore dell'area, che si estende per circa cinquemila metri quadrati, i "baschi verdi" sono entrati per le verifiche sui materiali eseguite insieme all'Arpa Piemonte. E' stata confermata la grave pericolosità dei materiali, riconducibili in parte all'attività di officina meccanica ed elettromeccanica e di stampaggio di materiali a freddo, svolta negli anni scorsi da una ditta di San Gillio dichiarata fallita nel maggio 2006, e in parte ad una società immobiliare attuale proprietaria del sito. Al termine delle attività di rilevazione, spiega la Finanza, sono stati sequestrati rifiuti speciali e pericolosi per circa 450 tonnellate, delle quali 430 provenienti da lavori di demolizione, 12 da fibra d'amianto e la restante parte, per oltre 6 tonnellate, di prodotti chimici da decontaminare. Il percolato dei materiali rinvenuti dai finanzieri, in parte, avrebbe potuto finire negli scarichi per il recupero dell'acqua piovana.
Al momento l'amministratore unico dell'immobiliare proprietaria del sito è stato denunciato per deposito incontrollato di rifiuti; è anche stato segnalato al Comune per le violazioni in materia di edilizia e urbanistica, per avere effettuato lavori di demolizione in assenza di autorizzazione. Proseguono gli accertamenti per la messa in sicurezza del sito e per verificare eventuale contaminazione ambientale.
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