martedì 25 agosto 2015

Cisgiordania, Israele rade al suolo decine di insediamenti palestinesi. La denuncia di 31 Ong

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Almeno 63 case e strutture completamente distrutte; 132 persone, di cui 82 bambini, rimaste senza tetto. È questo il bilancio dell'ultima ondata di demolizioni del governo israeliano, la peggiore degli ultimi tre anni, che la scorsa settimana ha investito dieci comunità palestinesi dell'Area C della Cisgiordania. La denuncia arriva da ben 31 Ong umanitarie internazionali, fra le quali Amnesty International, Oxfam, Actionaid. In un comunicato congiunto le organizzazioni non governative sottolineano che "alla luce dei dati forniti dall'agenzia Ocha delle Nazioni Unite", tra gli edifici demoliti ci sono anche 12 strutture finanziate e costruite per necessità umanitarie, tra cui un pannello solare, una latrina portatile, alcuni recinti per animali e delle tende finanziate dall'Unione Europea. Le 31 organizzazioni umanitarie chiedono ai leader mondiali “di adottare misure urgenti per fermare le demolizioni in corso e dichiarare il governo di Israele responsabile per la distruzione indiscriminata di proprietà palestinesi e dei progetti finanziati da aiuti internazionali nel territorio occupato della Cisgiordania.
I donatori internazionali, insomma, dovrebbero chiedere il risarcimento dei costi finanziari per le strutture andate distrutte: dal 2012, sebbene l'Unione Europea avesse richiesto pubblicamente al governo israeliano di tutelare i suoi progetti nell'Area C, centinaia infrastrutture umanitarie sono state demolite o sequestrate. Si stima che nel solo 2015 almeno 356 strutture, di cui ben 81 finanziate da progetti di cooperazione internazionale, siano state demolite nell'Area C della Cisgiordania.
"Le demolizioni stanno spingendo i palestinesi al limite, distruggendo ogni prospettiva per una soluzione di pace", afferma Catherine Essoyan, direttrice regionale di Oxfam, citata nella nota.

Pronta la risposta di Israele che, attraverso il presidente Reuven Rivlin, nel corso di colloqui con i leader dei coloni nei territori occupati, ha sottolineato che ha tutto il diritto di costruire insediamenti e di distruggere gli edifici palestinesi. "Amo la terra di Israele con tutto il mio cuore", ha spiegato il presidente, "non lasceremo mai la nostra terra, per me il nostro diritto su questo non e' materia di dibattito politico". Per Rivlin, la "terra di Israele" include i territori occupati in Cisgiordania, dove gli insediamenti sono considerati illegali dal diritto internazionale. La costruzione di case per i coloni rappresenta uno dei principali ostacoli nei negoziati di pace con i palestinesi.

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