Oltre 88 mila persone, nel Regno Unito, hanno finora aderito alla raccolte firme che chiede l'arresto del primo ministro israeliano per i crimini di guerra legati ai bombardamenti scatenati su Gaza nell'estate 2014. L’obiettivo è di raggiungere le 100mila firme che sono necessarie per imporre la discussione in parlamento.
Partita il 7 agosto la petizione, ha superato il primo obiettivo delle 10.000 firme utili per ottenere una risposta formale dal governo di David Cameron.
I promotori della petizione hanno dichiarato che il loro scopo è di rendere visibile che l’opposizione alla politica israeliana e al primo ministro Netanyahu, travalica i confini del movimento di solidarietà con la Palestina.
Damian Moran, il principale promotore della petizione, ha dichiarato che “sinceramente, in ragione della giurisprudenza internazionale, non mi aspetto che sia arrestato ", il vero l’obiettivo è di mettere in difficoltà il governo inglese che si prepara a ricevere Benjamin Netanyahu in visita ufficiale a settembre.
Il Foreign and Commonwealth Office ha dichiarato ai microfoni di Al Jazeera che in base al diritto internazionale ", i capi di Stato e di governo stranieri in visita ufficiale godono dell’immunità e non possono essere arrestati o detenuti".
Sebbene l’Ambasciata israeliana tenti di minimizzare bollandola come "un’insignificante trovata pubblicitaria", sono in molti a ritenere che la petizione riporterà alla cronaca i cinquantuno giorni di bombardamenti di Gaza, iniziati nel luglio 2014 e che hanno spezzato le vite di oltre 2.200 palestinesi, tra cui molti bambini.
Nei mesi precedenti i bombardamenti di Gaza, il Regno Unito approvo un piano di forniture a Israele pari a 6.3 milioni di sterline e tra le merci vendute figuravano componenti per missili aria terra, nessuno può negare la possibilità che quelle armi sono state utilizzate durante i bombardamenti di Gaza, ha sottolineato Damian Moran.
Vista la storica alleanza e la situazione dello scacchiere medio orientale, appare scontato che la visita di Netanyahu abbia lo scopo di consolidare gli accordi politici economici e militari che legano Stato sionista e Regno Unito. Tanto più che nel luglio di quest'anno, il governo britannico ha revocato tutte le restrizioni proprio per rinforzare militarmente Israele.
A questo punto la petizione suona come una chiamata alla mobilitazione per il movimento di solidarietà con la Palestina che in Inghilterra ha sempre fornito ottime prove e anche questa volta si prepara a contestare l’uomo che gestisce l’apartheid sionista e ha responsabilità dirette nei bombardamenti di Gaza e Libano.
Nei prossimi giorni Netanyahu sarà a Firenze dove la parte migliore della società e della politica si è data appuntamento per contestare l’asse Israele-Italia, rinnovando il senso rivoluzionario ed internazionalista espresso da Ernesto Guevara de la Serna El Che con la sua famosa frase “Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo.”
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