Ha commosso e indignato migliaia di utenti di Twitter e Facebook, la
testimonianza di Davide Mellace, il ventenne crotonese che ha
denunciato, con l’aiuto della pagina “Crotone ci mette la faccia”, l’aumento dei tumori nella città calabrese, inserita in un’area definita “sito d’interesse nazionale a bonifica” nel 2001.
La
campagna di sensibilizzazione fa riferimento all’inquinamento
ambientale che sarebbe relativo agli stabilimenti industriali del
crotonese, chiusi nel 1995, le cui scorie tossiche continuano a essere
presenti nel terreno e nelle acque marine antistanti la città. A fornire
le stime numeriche dell’incremento dei tumori nella popolazione, è il
dottor Francesco Rocca, ex direttore del Dipartimento Prevenzione
dell’ASP di Crotone, in un’intervista rilasciata a Le Iene nel 2014:
“I morti a causa tumorale sono in numero superiore rispetto alla media
nazionale di un 20-30%, soprattutto per il tumore al polmone, all’utero,
alla mammella, al pancreas. E la mortalità infantile ha avuto un
incremento del 400% di decessi per leucemia e linfomi”.
Antimonio,
berillio, cadmio, cobalto, cromo totale, cromo sesto, mercurio, piombo,
rame, cromo esavalente. Questi i componenti tossici assorbiti
dall’ambiente crotonese che, come portato alla luce dal Dottor Rocca,
avrebbero “contaminato la catena alimentare”, comportando l’aumento di
neoplasie rilevate nella popolazione. Oltre alle scorie prodotte dalle
fabbriche, non smaltite negli anni, nella città di Crotone sono stati
rilevati 18 siti inquinati (giudicati tali da un’indagine Arpacal) in cui sono state interrate sostanze tossiche, prima della costruzione di edifici pubblici e privati.
“La
salute dei cittadini crotonesi è seriamente a rischio, perché si
percorrono strade inquinate, perché si dorme in palazzi costruiti con
rifiuti radioattivi, perché si gioca a pallone in quartieri con alto
livello di elementi chimici dannosi”. Questo è quanto dichiarato proprio
da Davide Mellace, in un’intervista esclusiva rilasciata a Huffington
Post. Tra i crotonesi che si sono ammalati, durante questi anni, ci sono
suoi amici, suoi parenti; suo padre e sua madre, che è anche la
fondatrice della pagina Facebook “Crotone ci mette la faccia”.
Vorrei che ci spiegassi qualcosa in più riguardo alle patologie di cui si sono ammalate le persone intorno a te.
“Mio padre si ammalò all'età di 24 anni di una grave forma tumorale:
Linfoma di Hodgkin zona ascellare. Fu sottoposto a intervento chirurgico
per la rimozione della neoplasia, a cicli devastanti di chemioterapia e
infine a cicli di radioterapia. A distanza di molti anni si ammala
anche mia cugina, sempre di Linfoma di Hodgkin, all'età di 23 anni. Nel
2013 tocca a mia madre: carcinoma al seno. Anche lei si sottopone alle
stesse terapie: intervento, chemio, radio, ma ad oggi è comunque un
soggetto a rischio. Al di là della mia famiglia, ho perso una grande
amica, in un mese, per un mesotelioma pleurico. Un'altra mia cara amica è
in cura proprio adesso: le è stata diagnosticata la leucemia”.
E così hai deciso di denunciare questa situazione attraverso i social.
“Sì, l'idea è nata lo scorso anno su Twitter, dove ho twittato, per
l'appunto, questo mio messaggio ai vari personaggi famosi italiani con
allegata la mia foto. L'obiettivo era quello di diffondere sempre di più
il mio messaggio in tutta Italia, in modo da far divenire nazionale la
situazione permanente a Crotone. Due giorni fa ho pensato di poter fare
la stessa cosa su Facebook, magari coinvolgendo i vip che stanno al
passo coi social”.
Un ruolo fondamentale nella diffusione del tuo messaggio lo hanno avuto i 99 Posse.
“Sì, ho pensato subito a loro perché da sempre socialmente attivi e
disponibili. Ho chiesto privatamente se era possibile condividere sulla
loro pagina la mia foto e la risposta è subito positiva. Dopo la
condivisione, il post ha superato i 50 mila "Mi piace", le 20 mila
condivisioni e migliaia sono stati i commenti. Di lì a poco, Beppe
Grillo ha pubblicato la mia foto sulla sua pagina e lo stesso ha fatto
Massimiliano Cavallari, alias "Max", componente del duetto comico "Fichi
d'India". Molte sono state le persone che hanno espresso il loro
pensiero, consigliandomi ad esempio di "andare via perché sono ancora in
tempo". Tanti altri hanno espresso la loro vicinanza anche se
simbolica, altri ancora mi hanno detto di continuare così senza aver
paura di denunciare”.
Al di là del grande riscontro ottenuto sui social, immagino che tu punti alle istituzioni. Che tipo di intervento vorresti?
“Come prima cosa vorrei semplicemente sentirmi dire: "Davide, sono Tizio
e rappresento questa istituzione. Sappi che appoggiamo la vostra
causa". Questo sarebbe già un grande passo, perché un'istituzione che
sposi una causa così spaventosa è da considerare un'oasi nel deserto.
Vorrei non sembrare invisibile a chi ha il compito di tutelare la salute
mia e dei cittadini crotonesi. Vorrei che i malati venissero ascoltati,
uno ad uno”.
E, prendendo ispirazione dalle parole di Davide, è
necessario dare spazio alle parole di Tina Mellace, madre del ragazzo,
che è diventata attivista nella denuncia della situazione crotonese,
dopo essersi ammalata di carcinoma al seno. “Il mio mostro”, lo chiama
lei che denuncia di “non aver avuto riscontro dalle istituzioni locali”,
anzi, di essere stata accusata di “ledere l’immagine della città di
Crotone”, in termini di turismo. È per denunciare quanto “i malati di
cancro siano lasciati soli dalle istituzioni” che Tina ha portato la sua
causa al concerto del 1 maggio di Taranto, e ha spiegato a Huffington
Post le sfumature della sua malattia e della situazione crotonese.
“Sono arrabbiatissima perché a Crotone non c’è prevenzione che tenga –
ha detto la donna durante l’intervista – sono stata sempre precisa con
le mammografie, ma poi in 8 mesi si è manifestato il tumore e mi sono
ammalata. E soprattutto, mi sentivo sola. È per questo che, una sera, ho
chiesto aiuto a Davide e abbiamo creato la pagina su Facebook; proprio
per riunire le testimonianze delle persone che vivevano o avevano
vissuto il mio stesso dolore”. E l’attivismo di Tina era, ed è, dedicato a tutte le persone malate
che, come lei in principio, si sono trovate a provare un senso di
vergogna per la loro condizione: “Il cancro ti toglie la dignità,
davvero. Ti deforma, ti fa perdere le tue sembianze. Avevo comprato una
parrucca, le ciglia finte, ma comunque non mi riconoscevo. Quindi ho
scelto di non nascondermi. E ora, per la strada, la gente mi ringrazia
per il mio coraggio, perché, come me, ha smesso di vergognarsi”. E
nonostante le coraggiose iniziative, portate avanti con un piglio così
battagliero, il pensiero va ai figli: “Non volevo neanche parlarne con i
miei ragazzi. Davide mi aiuta, mi spalleggia, ma non riesco a pensare
che, con i suoi vent’anni, dovrebbe dedicarsi solo alla bellezza della
vita”. Ma il ragazzo, dal canto suo, è determinato ad arrivare in fondo
alla questione, ad aiutare sua madre e i crotonesi, tutti.
Davide vuoi fare qualche richiesta specifica alle Istituzioni?
Vorrei, anzi, chiedo il parere del ministro della Salute Beatrice
Lorenzin; chiedo dei sopralluoghi in città e degli incontri con i
pazienti oncologici. Chiedo l'aiuto dei dottori ed infermieri a
denunciare insieme a noi questa situazione. Chiedo l'aiuto del mio
Sindaco, dell'assessore all'Ambiente e di tutti gli amministratori
locali. Chiedo l'intervento di Mario Oliverio, presidente della Regione
Calabria. Chiedo anche ai cittadini di avere più consapevolezza della
situazione in cui vive Crotone, di avere un pensiero per i propri cari e
di prendere atto delle condizioni in cui viviamo. Questi sono gli
interventi che chiedo a chi mi rappresenta, a chi dovrebbe davvero
"metterci la faccia", a chi deve, per legge, tutelarci.
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lunedì 31 agosto 2015
Ambiente. Davide Mellace: "Ho visto mia madre perdere i capelli, ho avuto paura di perderla. A Crotone si muore di cancro. La Lorenzin ci aiuti"
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