Ennesima figuraccia del Ministro del Lavoro Poletti, il quale ha dovuto ammettere di aver diffuso le cifre sbagliate sui contratti di lavoro nel periodo gennaio-luglio 2015, cioè quelli che sarebbero il beneficio del jobs act approvato dal governo Renzi.
Il ministero ha ammesso di aver divulgato “una tabella che dava conto delle attivazioni e cessazioni di contratti di lavoro di tutti i settori di attività, escluso il lavoro domestico e la pubblica amministrazione, nei primi sette mesi del 2015 in confronto allo stesso periodo del 2014. Purtroppo, un errore nei calcoli relativi alle diverse componenti ha prodotto valori non esatti”.
Secondo le tabelle corrette, nei primi sette mesi del 2015 le cessazioni sono state 4 milioni e 14.367 e non 2 milioni e 622.171 come precedentemente affermato. Sbagliati anche i dati sui contratti attivati nel complesso: 5 milioni e 150.539 contro i 4 milioni e 954.024 della prima tabella. Con i nuovi dati il saldo fra i nuovi contratti registrati e quelli cessati nei primi sette mesi del 2015 registra 1.136.172 contratti attivati in più. Il ministro annunciava un aumento del 30,6% dei contratti a tempo indeterminato, a fronte di oltre 600mila cessazioni, ma è proprio il dato sulle interruzioni a essere stato riportato sballato nelle tabelle ministeriali.
Ma l'ennesima gaffe di Poletti, che era intervenuto su questo al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, ha creato problemi anche nella tabella di marcia del governo proprio sul jobs act. "Se non ci saranno dei cambiamenti nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri — aveva sottolineato in mattinata il ministro del Lavoro Giuliano Poletti al Meeting di Rimini — è previsto che portiamo domani gli ultimi quattro decreti e quindi a quel punto la legge delega sarà completamente attuat"». Invece, da quanto si apprende da fonti ministeriali i decreti attuativi del Jobs act non saranno esaminati oggi dal consiglio dei ministri.
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Il commento dell'Unione Sindacale di Base
DATI OCCUPAZIONE: TOMASELLI (USB), POLETTI NON SA LEGGERE LE RILEVAZIONI ISTAT
Altro che Jobs act: questo è il “Ci-Giobbo Act”
“Poletti sbaglia, o peggio ancora gioca con i numeri. Lo fa da un bel po' di tempo e forse anche da prima di diventare ministro. Questa volta, però, ha esagerato e ha dato veramente i numeri, dimostrando che più che un Jobs act quello del governo Renzi è un Ci-giobbo act”, così Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo Nazionale USB, sui dati riguardanti i nuovi contratti stabili forniti dal Ministro del Lavoro.
“La verità – prosegue il sindacalista - è che mai come oggi la disoccupazione è il frutto di politiche economiche nazionali ed europee che tutelano banche e finanza. Invece di interpretare i numeri e il fato, il ministro Poletti si occupi dei milioni di disoccupati che non ce la fanno ad andare avanti”, conclude Tomaselli.
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