BIN
Italia, il coordinamento di esperti ed associazioni che si occupano di
"Basic Income", ovvero di reddito di cittadinanza, ha scritto una
lettera aperta al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al
Sindaco di Roma Ignazio Marino. "Immagina: Roma Capitale e Lazio regione
dei nuovi diritti. Verso un "modello possibile" con al centro il
reddito garantito!" Con questa lettera il BIN Italia intende rendersi
disponibile ad un incontro "per definire i contorni concreti di un
intervento in favore del reddito garantito che ormai non può più essere
disatteso". "Facciamo del Lazio un laboratorio".
Il testo della lettera:
"Nella recente campagna elettorale per le elezioni del Sindaco di
Roma, il tema del sostegno al reddito è emerso nuovamente come una delle
priorità politiche e sociali. Anche durante la campagna elettorale per
le elezioni politiche 2013, come mai prima, il tema del reddito
garantitosembrava, almeno a parole, indirizzarsi verso una misura
nazionale che uniformasse il nostro paese agli standard europei, anche
utilizzando come base di partenza la proposta di legge di iniziativa
popolare sul reddito minimo garantito. Concluse tutte le fasi elettorali
il tema è nuovamente scomparso dalle agende della politica nazionale e i
riferimenti al reddito (vedi nuovo finanziamento della social card)
somigliano più che altro a timidi approcci caritatevoli.Come
associazione BIN Italia lavoriamo da anni su questo tema e, guardando al
presente, riteniamo che una grande opportunità sia a portata di mano.
La congiuntura politica che lega il Governatore del Lazio, Nicola
Zingaretti al Sindaco di Roma, Ignazio Marino, riteniamo debba aprire
alla possibilità di sfidare la crisi prefigurando una sorta di "modello
Lazio" per i nuovi diritti sociali, definendo una gamma di interventi in
grado di avere una ricaduta immediata sulla vita delle persone.
Più precisamente crediamo che oggi sia possibile in questa Regione e
nella città di Roma capitale, delineare uno "schema di nuovi diritti"
che a partire dal reddito minimo garantito, possa essere replicato in
altri territori (tanto dal punto di vista dell'iniziativa istituzionale
quanto da quello politico-sociale). Come dire: facciamo del Lazio e di
Roma il laboratorio in cui avviare un "nuovo Welfare di diritti sociali
universali" verso una legislazione a carattere nazionale e con
l'obiettivo di definire un percorso di fuoriuscita dalla crisi oltre e
in alternativa alle politiche di austerity che ormai ci stanno
dilaniando.
La Regione Lazio e il "reddito diretto"
Il Lazio ha il merito (riconosciuto e ripreso già negli scorsi anni
da altri governi regionali) di aver prodotto una delle migliori leggi
regionali per istituire il Reddito Minimo Garantito (la legge n.
4/2009): questa iniziativa ha però avuto, sul piano fattuale, solo una
sperimentazione. L'esperienza concreta, seppure breve, ha comunque
fornito alcuni elementi di valutazione preziosi per il presente e che
sarebbero in grado di rendere più semplice ed efficace una azione
politica che voglia ripartire anche dalla decisione di rifinanziare la
legge regionale 4/2009 per il "reddito minimo garantito". Alla Regione
spetta evidentemente il compito di intervenire sulla misura di reddito
diretto, l'erogazione monetaria per coloro che, come previsto nella
legge, sono al di sotto di una certa soglia economica, intervenendo così
su quella fascia di popolazione che oggi maggiormente soffre e corre il
rischio di vedere improvvisamente decadere ancora di più e
inesorabilmente, le proprie prospettive economiche.
Roma Capitale e il "reddito indiretto"
All'istituzione di Roma Capitale spetterebbe invece il compito di
intervenire su quelle misure cosiddette di "reddito indiretto" che
ricoprono un ruolo strategico, proprio per la loro capacità di
valorizzare attraverso il pubblico, la cooperazione tra servizi e
persone. Gratuità e accessibilità dei trasporti, accesso all'offerta
formativa e culturale, garanzia del diritto all'abitare, agevolazioni
per servizi pubblici locali essenziali, etc. sono ambiti di intervento
degli enti locali, municipali e di Roma Capitale, che a pieno titolo
possono, accompagnati da una misura di reddito garantito, nutrire i
diritti di una nuova cittadinanza sociale, che parta dai territori per
divenire proposta istituzionale. Perché si tratta di sperimentare anche
un nuovo rapporto tra democrazia di prossimità e concreta tutela dei
diritti sociali fondamentali delle persone.
Verso un nuovo modello sociale statale ed europeo
La congiuntura politica che si è aperta nel territorio della Regione
Lazio dovrebbe essere colta dai decisori politici come un passaggio
importante; da questa congiuntura sarà più semplice comprendere quali
alternative si vorranno davvero realizzare per rispondere alle richieste
di cambiamento, qualità, attenzione, etica, giustizia sociale che
arrivano forti eppure finora inascoltate.
Investire su questa scommessa, interloquire per la sua riuscita anche
con i livelli di governo statali e continentali (l'Italia dei municipi e
dei comuni, come l'Europa delle città); rafforzarla sul piano delle
risorse finanziarie attraverso la simulazione di ciò che la proposta
adottata su scala nazionale dovrebbe comunque prevedere, ovvero
l'intervento di fondi derivanti dalla fiscalità generale, significa in
effetti disegnare un pezzo di percorso, un pezzo di futuro. Predisporsi
ad essere il territorio di sperimentazione di un nuovo "modello", di un
diverso patto sociale significa lavorare per diventare una Regione
d'Europa, con l'obiettivo chiaro di avere uno strumento in più per
procedere alla realizzazione di una proposta nazionale che porti
l'Italia a essere un Paese europeo in senso pieno e al contempo
affermare nuove garanzie sociali continentali.
Rispondere all'emergenza costruendo opportunità
Per guardare oltre la crisi crediamo che bisogna praticare con
ostinazione il terreno del cambiamento quotidiano, rapportandosi con le
sofferenze e le emergenze sociali di questa contemporaneità. La politica
ha una grande occasione e può provare a dare il suo segnale proprio a
partire da questa "congiunzione politica" che disegna l'assetto
regionale del Lazio e della metropoli più grande d'Italia. Non si tratta
più di raccontare le difficoltà che vive un precario, un'anziana con la
pensione sociale, un working poor o una donna sottopagata. Bisogna
intervenire con le politiche del "qui ed ora" in maniera pragmatica e
che siano "base fondativa" per costruire un processo di cambiamento che
ci porti già "oltre la crisi".
Dalla crisi si può uscire in tanti modi (purtroppo anche con svolte
autoritarie): per noi si esce a partire dalla definizione di nuovi
diritti sociali, reddito garantito in primis, per affermare una società
ed un futuro diversi. Per noi che guardiamo alla dimensione europea come
riferimento minimo questa sperimentazione non può essere confusa con un
obiettivo localista o regionalista; deve piuttosto essere interpretata
come una opportunità, una reale occasione per comprendere in tempi brevi
quale cambiamento vorrà indicare chi si è proposto al Governo di due
istituzioni emblematiche, perché anche la politica, come le istituzioni,
o ritrova la sua specifica utilità sociale nella capacità ambivalente
di risolvere i problemi del presente e prefigurare il futuro, o verrà
travolta. Dunque ripartire dalle competenze e dalle opportunità già in
essere può avviare questo processo complessivo, per disegnare sin da
subito quale "modello" di nuovi diritti porterà a una seria legge
nazionale per il reddito garantito che non si attesti al di sotto dei
modelli più avanzati in Europa. Oppure no.
Per questo scriviamo al Presidente della Regione Lazio Nicola
Zingaretti e al Sindaco di Roma Ignazio Marino, augurandoci che sappiano
valorizzare ciò che è stato dichiarato nelle intenzioni di governo
locale e regionale, aprendo dunque ad una interlocuzione costante con i
cittadini, le forze sociali e le associazioni.
Ci rendiamo disponibili sin da ora ad un incontro e ad un confronto
per definire i contorni concreti di un intervento in favore del reddito
garantito che ormai non può più essere disatteso".
Il consiglio direttivo di Bin Italia
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domenica 7 luglio 2013
Reddito di cittadinanza, Bin Italia scrive a Zingaretti e Marino
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