mercoledì 31 luglio 2013

Acqua, vertice alle Infrastrutture. Si riapre ai privati? La follia delle sanzioni Ue


Due italiani su 10 sono senza fogne, 3 su 10 senza depuratori, il 40% dei nostri fiumi sono gravemente inquinati, circa 9 milioni di italiani, al Sud in particolare, hanno seri problemi di approvvigionamento idrico e dall'Unione Europea sono in arrivo pesanti sanzioni per inadempienza alle direttive comunitarie per depurazione e fognature: 700 milioni di euro l'anno.
E' questo il quadro della situazione idrica in Italia. Dati conosciuti, che sono tornati alla ribalta da ieri, quando il  sottosegretario Erasmo D'Angelis, che ha ricevuto dal ministro Lupi la delega specifica alle infrastrutture del ciclo dell'acqua, alle dighe e alla depurazione, ha convocato con urgenza un vertice al quale hanno partecipato i rappresentanti di tutte le Regioni, delle aziende idriche, di Federutility e delle Autorità idriche nazionale e locali. 
L'obiettivo, con molta probabilità, è quello di trovare la strada per una qualche forma di privatizzazione, visto che la norma sulla spending review ha bypassato il risultato del referendum. E la drammatizzazione dello stato del sistema idrico in Italia è il primo passo in quella direzione.
Le parole di D'Angelis, a questo proposito sono a dir poco trasparenti. "E' solo il primo incontro - ha spiegato D'Angelis - dopo anni in cui le infrastrutture idriche erano fuori dall'agenda di Governo, oggi rientrano tra le priorità per il rilancio e la modernizzazione di qualità del nostro Paese. Dobbiamo recuperare velocemente efficienza, rimetterci al passo con standard europei e garantire migliori servizi ai cittadini e alle città. Dobbiamo evitare o quanto meno ridurre il livello di sanzioni europee pari a 700 milioni l'anno e al taglio di alcuni fondi Ue fino alla conquista della depurazione.
Abbiamo chiesto alle aziende e soprattutto all'Autorità dell' Energia Elettrica e Gas, e da oltre un anno dell'acqua, di rilanciare gli investimenti per rendere il servizio universale in tutta Italia e lo sblocco di 480 cantieri già previsti e finanziati per 4.8 miliardi dai piani di ambito per nuove reti, impianti e anche per gestire le nuove criticità create dai cambiamenti climatici. Nuovi cantieri che porterebbero occupazione e ossigeno per le imprese in crisi".

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