ROMA - "Faremo di tutto per impedire che la riforma dell'Isee venga approvata". Stavolta le associazioni che difendono i diritti dei disabili non ci stanno e gridano forte il loro no al Regolamento attuativo contenuto nel Decreto Salva Italia riguardante i nuovi criteri per calcolare il reddito.
"E' come se il disabile improvvisamente diventasse ricco. La pensione sociale, l'indennità di accompagnamento, le prestazioni sanitarie, perfino i pannoloni e le scarpe ortopediche entreranno a far parte dei nostri redditi", dichiara il presidente del comitato 14 settembre, Michele Colangelo, che questa mattina è intervenuto alla conferenza stampa del comitato promotore Stop al nuovo Isee. "Il risultato di questa riforma sarà che il reddito del disabile schizzerà alle stelle e non potrà più usufruire di quei servizi che gli spettano di diritto", continua Colangelo.
Domani davanti a Montecitorio ci sarà una manifestazione di protesta a cui aderiranno più di cento associazioni impegnate nel campo della disabilità. "Rivolgeremo un appello al governo affinché ci riceva per discutere insieme questa riforma", afferma il comitato Stop al nuovo Isee.
La richiesta delle associazioni che si battano contro il nuovo Isee è chiara: "Devono immediatamente sospendere la discussione in Parlamento ed eliminare tutte le franchigie sulla previdenza sociale", afferma il presidente. E' possibile, infatti, detrarre fino a un massimo di 5 mila euro per le spese sanitarie anche se il costo finale è maggiore.
"Il mio reddito è di 5.700 euro, con questo riforma potrebbe arrivare a 20.000 anche 30.000 euro, ma sono soldi che non entrano nelle mie tasche: vengono spesi a monte dagli enti che erogano i servizi per noi disabili", afferma Paola, una signora che vive su una sedia a ruote e che domani scenderà in piazza per protestare contro la riforma.
Secondo i promotori della protesta, il nuovo regolamento non tiene conto di tutte le spese che il disabile deve affrontare giornalmente: "Siamo costretti a vivere in case che hanno determinati requisiti: corridoi larghi per far passare la sedia a rotelle, bagni in cui è possibile muoversi con agilità. Non è pensabile per noi abitare in una zona che non abbia il supermercato e tutte le altre attività commerciali sottocasa. Tutto questo aumenta il costo della vita", dichiara Colangelo. "Ma non solo: dobbiamo spostarci in auto perché i mezzi pubblici sono inaccessibili ad un disabile. Nell'Isee queste spese non compaiono".
Per Maria Simona Bellini, presidente del coordinamento famiglie disabili gravi, questo regolamento colpisce le persone più fragili. "Prima si poteva presentare un Isee individuale, ora invece non sarà più possibile anche se la persona disabile vive da sola", afferma Bellini."Con questa riforma il 90% dei disabili non avrà più accesso ai servizi perché il reddito non corrisponderà più alla ricchezza reale", afferma Bellini. A rimetterci, per le associazioni, saranno anche gli enti che forniscono i servizi a cui le persone con disabilità non potranno più accedere.
"Passiamo il nostro tempo a ribadire il nostro diritto a vivere. Dobbiamo ripetere in continuazione: ‘scusate, ci sono anche io'. Tutto questo deve finire. Vogliono farci vivere come nei lager. Non lo permetteremo", conclude Colangelo. (gl)
(30 luglio 2013)
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