venerdì 26 luglio 2013

Una parola al giorno: Ossimoro


Ossimoro 


os-sì-mo-ro

Figura retorica che consiste nell'accostare due parole che significano concetti opposti
dal greco: [oxymoron], composto da [oxys] acuto e [moros] ottuso.
L'ossimoro è una figura retorica molto importante, che consiste nel mettere accanto, nella medesima locuzione, due parole che esprimono concetti opposti - due parole di cui una determina l'altra: se dico "ghiaccio bollente", "bollente" determina, cioè aggettiva, dà una qualità a "ghiaccio". Ma per quale scopo espressivo si dovrebbero associare e congiungere concetti opposti? Per quale motivo dovrei voler parlare di ghiaccio bollente, di silenzio assordante, di buio illuminato?
Oltre ad essere espressioni accattivanti che facilmente catturano l'attenzione del lettore e dell'ascoltatore, gli ossimori sono figure retoriche poetiche: sondano le possibilità concettuali dei crinali che separano gli opposti. L'ossimoro esprime qualità inusuali di un concetto, ne forma uno nuovo - a prima vista chimerico, ma che nasconde un senso preciso, difficilmente esprimibile altrimenti. Certamente è una figura retorica spiazzante, ma nella comunicazione attenta, ricercata, vivace, fantasiosa, creativa - in una parola, poetica - non può mancare: è una figura retorica che parla alla pancia e al cuore.

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